MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA
Buon Natale e Felice Anno Nuovo,
MERRY CHRISTMAS AND HAPPY NEW YEAR, FROHE WEIHNACHTEN UND HAPPY NEW YEAR, Gëzuar Krishtlindjet dhe Gëzuar Vitin e Ri, عيد ميلاد مجيد وسنة جديدة سعيدة , З Калядамі і HAPPY NEW YEAR, ВЕСЕЛА КОЛЕДА И ЩАСТЛИВА НОВА ГОДИНА, ЎBON NADAL I FELIÇ ANY NOU, VESELÉ VÁNOCE A ŠŤASTNÝ NOVÝ ROK, Sretan Božić i Sretna Nova Godina, GLĆDELIG JUL OG GODT NYTÅR, Happy New Year חג מולד שמח ו, Häid jõule ja head uut aastat, HYVÄÄ JOULUA JA ONNELLISTA UUTTA VUOTTA, FELIZ NATAL E FELIZ ANO NOVO, Nadolig Llawen a Blwyddyn Newydd Dda, ΚΑΛΑ ΧΡΙΣΤΟΥΓΕΝΝΑ ΚΑΙ ΚΑΛΗ ΧΡΟΝΙΑ, Merry Christmas AGUS Athbhliain BHLIAIN, Gleπileg jól og Gleðilegt nýtt ÁR, Priecīgus Ziemassvētkus un laimīgu Jauno gadu, Kalėdų ir Naujųjų metų, Merry Божиќ и Среќна Нова Година, FELICE ANNO NUOVO ناتاله پست, BUON NATALE E FELICA ANNO NUOVO, Crăciun fericit şi HAPPY NEW YEAR, С Рождеством и HAPPY NEW YEAR, Срећан Божић и срећна Нова Година, VESELЙ VIANOCE A ŠŤASTNÝ NOVÝ ROK, Vesel božič in srečno novo leto, ˇFELIZ NAVIDAD Y FELIZ AÑO NUEVO, GOD JUL OCH GOTT NYTT ÅR, З Різдвом і HAPPY NEW YEAR, Boldog Karбcsonyt és Boldog Új Évet, לעבעדיק ניטל און גליקלעך נייַ יאָר
FORMAZIONE
il FIGLIO dell'UOMO ONLUS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA E-mail: studiotecnicodalessandro@virgilio.it Siti Internet: http://www.cristo-re.eu ; http://www.maria-tv.eu ; http://www.vangeli.net ; http://www.mondoitalia.net ; http://www.web-italia.eu ; http://www.engineering-online.eu; |
dal 28 Marzo al 4 Aprile 2010 9a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de " i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo |
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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-02-08Riforma dell'istruzione, riordino con posti a rischio Una riforma per innovare, ma anche per alleggerire organici e costi di una macchina scolastica accusata di inefficienza. Tra rivisitazione degli ordinamenti, riduzione degli orari e tagli delle compresenze, le scuole superiori mettono sul piatto anni 15.300 dei 45.300 posti che gli organici della scuola perderanno per strada nei prossimi tre anni. Parere commissione cultura sui licei Parere commissione cultura sugli istituti tecnici Parere commissione cultura sugli istituti professionali Parere del Senato sui lice Parere del Senato sugli istituti tecnici Parere del Senato sugli istitui professionaliStretta sugli indirizzi di studio e revisione dei quadri orari Via libera alla riforma delle superiori Ultimo passaggio per il testo della Gelmini che riordina l'istruzione. Berlusconi: così scuole in linea con l'Europa |
ST
DG Studio TecnicoDalessandro Giacomo 40° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE |
Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..
Il Mio Pensiero:
Questa non è la riforma della Scuola Superiore, questa è l'abdicazione della Scuola alla ragione di un effimero risparmio economico.
Con questa riforma ci sarà una dequalificazione ulteriore delle possibilità d'apprendimento in virtù della riduzione delle ore/lezioni/materie d'insegnamento da 36 a 32, che rappresenta una decurtazione del 12,5% ( anche se aumentano fittiziamente i minuti d'insegnamento da 1800 a 1920 ).
Inoltre l'immobilismo porterà ad un ulteriore arretramento rispetto alla Scuola Europea che viceversa è in cammino.
Inoltre il punto più dolente è che non si attuano le scelte giuste, perché quando gli altri paesi della Comunità tendono ad una scuola Europea, in controtendenza il Governo sceglie di realizzare una Scuola Federalistica, addirittura di nome e di fatto Provinciale, perché, per quanto riguarda gli Istituti Tecnici, si potrà programmare le lezioni in funzione delle esigenze dell'imprenditoria locale, nella misura del 30% nel 2° biennio e del 35% nell'ultimo anno.
Poveri gli Studenti che avranno un curriculum scolastico provinciale, che sarà difficilissimo spendere a livello nazionale. E' assurdo !
Mi permetto di parlare degli ITIS, Istituti Tecnici Industriali, in virtù della mia formazione scolastica, e della mia esperienza professionale e personale :
Tanto premesso secondo me gli insegnamenti attuali degli ITIS andrebbero in linea di massima confermati, ottimizzandoli, confermando il numero di ore attuali per l'Apprendimento Teorico.
Quello che invece andrebbe ulteriormente fatto è l'attuazione del tempo pieno, aggiungendo le ore pomeridiane per integrare la preparazione teorica del mattino con quella pratica pomeridiana, utilizzando in maniera mirata i Laboratori e le Strutture degli ITIS, per :
- Collegarli all'industria, alle aziende leader nazionali, a seconda del tipo di indirizzo specifico, per acquisire online cataloghi, documentazione tecnica,
standard di progettazione e montaggio, manuali di manutenzione, listini, certificazioni, capitolati, specifiche, software di calcolo, prezziari, altro materiale specifico
- Far partecipare gli studenti alla Formazione Tecnica offerta dalle Medesime Aziende Leader
I costi possono essere ammortizzati con proventi derivanti dai servizi resi al territorio con i Centri Servizi, con contributi altrimenti sperperati in maniera anomala e non altamente finalizzata della Formazione post-scolastica, con l'utilizzo di personale in cassa integrazione e mobilità, con l'utilizzo delle immense energie giovanili, a rotazione, nei servizi di Mensa, Biblioteca, Centro Servizi, Servizi Sociali, Gestione dei Siti Internet online relativi ad Enti ed Appalti
Questi sono gli obbiettivi e le vere riforme da attuare, non il rimescolamento delle carte, un falso maquillage estetico, la riduzione delle ore.
Per questo è necessario mobilitare il mondo del lavoro e della scuola per sensibilizzarlo a queste esigenze vitali, e non alla riforma proposta dal Governo.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
Dal Sito Internet de il SOLE 24 ORE
per l'articolo completo vai al sito Internet
http://www.ilsole24ore.com2010-02-09
AVVENIRE per l'articolo completo vai al sito internet http://www.avvenire.it2010-02-06 6 Febbraio 2010 RIFORMA Scuola, Gelmini: prossimi obiettivi reclutamento e valutazione E ora "riforma del reclutamento dei docenti" e "introduzione della valutazione", preludio, quest’ultimo "all’introduzione di una vera carriera basata sul merito". All’indomani del varo definitivo della riforma della secondaria, il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini indica i prossimi obiettivi della sua azione. Ma per ora, spiega ancora il ministro, c’è la necessità di illustrare la riforma appena varata, su cui il dibattito tra favorevoli e contrari non sembra placarsi. Una "contrapposizione" che non piace alla Gelmini, che critica anche la bocciatura in commissione parlamentare dei regolamenti da parte delle opposizioni. "La riforma non è solo frutto del lavoro di questo governo – spiega il ministro –. E quello che mi ha stupito è il voto contrario dell’opposizione soprattutto per il regolamento degli istituti tecnici, dove abbiamo recepito molto del lavoro svolto anche con il ministro Giuseppe Fioroni". Entrando poi nell’illustrazione dei diversi interventi, il ministro parlando dai microfoni di Radio24, ha affermato che "per i licei sono state individuate tre materie chiave: italiano, matematica e lingua straniera. Ora in tutti e sei i licei l’insegnamento della lingua straniera avverrà per tutti e cinque gli anni", con la possibilità nell’ultimo anno di attivare un insegnamento di una materia non linguistica in lingua straniera. Per quanto riguarda i canali degli istituti tecnici e dei professionali, il ministro ha sottolineato che la riforma "è una delle risposte più importanti alla crisi economica. La cosa che più conta è che si vuole creare una collaborazione forte con il mondo del lavoro". Anche per questo l’elaborazione dei regolamenti di questi due canali è avvenuta in raccordo "con il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, con il quale sono state individuate sei azioni per rilanciare l’occupazione dei giovani e la prima di questa è proprio quello di facilitare la transizione dalla scuola al lavoro". Un altro aspetto è anche la possibilità di svolgere l’apprendistato a 15 anni, cioè durante l’ultimo anno dell’obbligo d’istruzione fino ai 16 anni. "Il contratto di apprendistato – commenta il ministro Gelmini – significa aiutare questi ragazzi che non hanno intrapreso altri canali formativi e renderli più liberi". Un obiettivo che lo stesso responsabile della Pubblica Istruzione andrà a spiegare al mondo imprenditoriale, come avverrà lunedì a Monza, in cui affronterà proprio i nodi e le novità di questa collaborazione introdotta con la riforma. E la necessità di un confronto con il mondo della scuola è sottolineato con forza dalla Disal-presidi, associazione professionale dei dirigenti scolastici. "Toccherà come sempre a chi nella scuola è appassionato alla propria vocazione professionale e ai giovani – commenta il presidente nazionale Roberto Pellegatta – rimboccarsi le maniche per fare dei pur limitati spazi di flessibilità e autonomia uno spiraglio di migliore risposta ai bisogni formativi dei giovani". Il tutto, sottolinea ancora il presidente di Disal, ovviamente "senza l’insana contrapposizione politico-sindacale", ma con "un’informazione tempestiva, formazione dei docenti, chiarezza su tempi e strumenti". E anche il fronte sindacale è tornato a chiedere un confronto con il ministro per affrontare i temi più caldi della riforma. Ma ieri nell’intervento radiofonico, il ministro ha toccato anche altri temi. E così non manca una battuta sul tetto del 30% di alunni non italiani iscritti in ogni singola scuola. "Occorre – ha spiegato – uno sforzo organizzativo, ma non è un problema irrisolvibile. Si tratta di distribuirli anche tra plessi scolastici che si trovano nello stesso quartiere, a poca distanza l’uno dall’altro. Ricordo poi che restano esclusi dal tetto i ragazzi che sono nati in Italia e che conoscono la lingua italiana". Enrico Lenzi
2010-02-04 4 Febbraio 2010 ISTRUZIONE Scuola, alle superiori si cambia Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi. "Ci hanno accusato di aver cambiato per fare cassa.Niente di più falso: era un atto atteso da 50 anni". Così la riforma è stata introdotta dalla Gelmini in una conferenza stampa insieme a Silvio Berlusconi. Il premier ha parlato di un alegge "che ci mette in linea con l'Europa", non resistendo a due battute: sulla musica ("La mia e di Apicella sarà materia di studio") e sul ministro ("Ha fatto la riforma invece del viaggio di nozze"). La Gelmini: "Non vogliamo fare cassa". La riforma delle scuole superiori, che ha avuto il via libera definitivo dal Consiglio dei ministri non è "assolutamente una riforma per fare cassa". Lo ha ribadito il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, illustrando il provvedimento al termine della riunione. "Siamo stati accusati di fare cassa -ha affermato Gelmini- è assolutamente falso. La riforma -ha evidenziato- è frutto di un lavoro approfondito. Sono 50 anni che siamo in attesa di una riforma organica. Era, quindi, urgente farla per riqualificare gli studi e oggi, grazie al contributo di tutti, abbiamo potuto raggiungere questo obiettivo". Il ministro ha quindi annunciato che il dicastero di viale Trastevere ha predisposto "un piano di orientamento, incollaborazione con dirigenti e insegnanti, che prenderà il via da domani perchè -ha sottolineato- le riforme non vanno solo approvate ma fatte conoscere agli utenti per consentire scelte consapevoli di famiglie e alunni".
4 Febbraio 2010 LA SCHEDA Riforma delle superiori: ecco cosa cambia Una riforma "epocale" che "elimina la frammentazione che ha caratterizzato gli ultimi decenni della scuola italiana. Per i licei si supera la legge Gentile del 1923, per i tecnici la riforma era attesa da 80 anni". Così viene definita dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, la riforma approvata stamattina in via definitiva dal Consiglio dei ministri che rivede l'organizzazione di licei, istituti tecnici e professionali. I licei. Finora c'erano 396 indirizzi sperimentali e 51 progetti assistiti dal Miur. Adesso ci saranno solo 6 licei: il classico, lo scientifico, illinguistico; l'artistico con 6 nuovi indirizzi (arti figurative, architettura e ambiente, audiovisivo e multimedia, design, grafia e scenografia); il liceo musicale e coreutico e quello delle scienze umane. Per la Gelmini, "l'obiettivo è di coniugare tradizione e innovazione". Gli istituti tecnici. Attualmente in Italia sono 1.800, suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Le classi dei tecnici sono 39.283, frequentate da 863.169 alunni. Da ora in poi ci saranno 2 settori e 11 indirizzi: il settore economico con 2 indirizzi (amministrativo, finanza e marketing; e turismo); il settore tecnologico con 9 indirizzi (meccanica ed energia; trasporti e logistica; elettronica edelettrotecnica; informatica e telecomunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria e agroindustria; costruzioni, ambiente e territorio). Gli istituti professionali. In Italia, in questo anno scolastico, studiano in 1.425 istituti professionali 547.826 alunni suddivisi in 25.445 classi. Attualmente sono 5 i settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi. Da ora in poi, invece, ci saranno 2 settori e 6 indirizzi: il settore dei servizi con 4 indirizzi (servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; servizi socio-sanitari;servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità e servizi commerciali); settore industria e artigianato con 2 indirizzi (produzioni artigianali e industriali; servizi per lamanutenzione e l'assistenza tecnica). Nel caso degli istituti tecnici e professionali, il ministro Gelmini ha sottolineato che sono state incrementate le ore di studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere; che è previsto l'insegnamento di scienze integrate; che sarà rafforzato il rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro."Il governo punta molto sugli istituti tecnici e professionali - ha sottolineato il ministro - che finalmente non vengono più considerati scuola di serie B, ma anzi unarisposta alla crisi economica e formerà le professionalità richieste dal mondo del lavoro. Il rilancio della cultura tecnica e professionale è la migliore risposta della scuola alla crisi". Secondo il ministro, "iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro". I quadri orari. Inoltre, nella riforma targata Gelmini, vengono ripensati i quadri orari. Ma il ministro spiega che "così come sostenuto dall'Ocse che afferma testualmente che 'è statisticamente provato che una durata d'istruzione più lunga (tempo ore) non ha in generale un impatto benefico sui risultati di apprendimentò è pertanto auspicabile una riduzione della durata dei singoli insegnamenti facendo tuttavia salve attività critiche quali matematica e materie scientifiche". Vengono incrementati, prosegue il minsitro, gli orari della matematica, della fisica e delle scienze per irrobustire la componente scientifica nella preparazione degli studenti. È potenziato lo studio delle lingue, con la presenza obbligatoria dell'insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni dei licei ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia. Una materia del quinto anno sarà insegnata in inglese.
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CORRIERE della SERA
per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2010-02-04 stretta sugli indirizzi di studio e revisione dei quadri orari Via libera alla riforma delle superiori Ultimo passaggio per il testo della Gelmini che riordina l'istruzione. Berlusconi: così scuole in linea con l'Europa NOTIZIE CORRELATE Parte la riforma dei licei, iscrizioni entro fine marzo (15 gennaio 2010) stretta sugli indirizzi di studio e revisione dei quadri orari Via libera alla riforma delle superiori Ultimo passaggio per il testo della Gelmini che riordina l'istruzione. Berlusconi: così scuole in linea con l'Europa La Gelmini (Afp) La Gelmini (Afp) ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. L'esame del Cdm era l'ultimo passaggio in programma - dopo i pareri favorevoli del Consiglio di Stato, della Conferenza Stato-Regioni e delle competenti commissioni parlamentari - per il testo messo a punto dal ministro Gelmini. Ora manca solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il riordino, che riguarda licei, istituti tecnici e professionali, sarà attuato dal prossimo anno scolastico a partire dalle prime classi. TRE REGOLAMENTI - Un progetto in tre regolamenti accompagnato da non poche polemiche, anche per la volontà del governo di rendere operative le novità molto in fretta. I tempi adesso sono strettissimi: il 26 marzo scadono le iscrizioni alla prima superiore. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha assicurato che alle famiglie e nelle scuole medie, subito dopo il varo della riforma, saranno inviati opuscoli informativi dettagliati e sarà avviata una campagna sui mezzi di informazione e sul sito del ministero. "La riorganizzazione dell'intero sistema - ha spiegato - renderà più semplice, lineare e trasparente l'informazione alle famiglie che oggi erano costrette a districarsi tra gli oltre 396 indirizzi sperimentali". "SCUOLE IN LINEA CON EUROPA" - Secondo il premier Berlusconi la riforma (definita "epocale" dal ministro Gelmini) metterà le scuole italiane in linea con quelle dei Paesi europei. "È molto importante l'attenzione data alla formazione dei nostri giovani - ha detto al termine del Cdm -, ancora oggi hanno dalla scuola di Stato qualcosa non in linea con i Paesi europei più avanzati. Attualmente la scuola superiore e tecnica non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". Berlusconi ha aggiunto che "diverse migliaia gli insegnati che sono stati consultati e hanno partecipato a questa riforma, mettendo a disposizione la loro esperienza". Infine il premier ha scherzato sulla sua passione per il canto: "Al liceo musicale sarà materia di studio obbligatoria tutta la produzione di canzoni del primo ministro e di Apicella così prevengo le accuse...". Il premier non è riuscito a finire la battuta perché è scoppiato a ridere insieme alla Gelmini. Quest'ultima è stata ringraziata dal premier perché "è qui e ha lavorato alla riforma della scuola invece di andare in viaggio di nozze". STRETTA SU INDIRIZZI - La riforma prevede una decisa stretta sugli indirizzi di studio, la revisione dei quadri orari, un potenziamento dello studio della matematica e delle lingue. I licei saranno ridotti a sei (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti): classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane; nei tecnici ci saranno due ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi (ora sono 10 con 39 indirizzi), con meno ore da passare tra i banchi e più nei laboratori; nei professionali (2 settori e 6 indirizzi dagli attuali 5 settori con 27 indirizzi) saranno rafforzate le materie di indirizzo ed è prevista una maggiore flessibilità dell'offerta formativa. Redazione online 04 febbraio 2010
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it2010-02-06 IL PIANO DEGLòII STUDISono la traduzione pratica della legge e lo schema con cui si studierà dal prossimo anno Al classico meno italiano e storia e più materie scientifiche. La novità di linguistici Così in classe nei nuovi licei Ecco ore e materie della riforma di SALVO INTRAVAIA Così in classe nei nuovi licei Ecco ore e materie della riforma I quadri orari, incubo di professori e studenti fino a diventare la chiave dell'intreccio di uno dei più divertenti film sulla scuola. Ma anche la traduzione pratica di una riforma. Ecco dunque tutte le materie e gli orari dei nuovi licei varati dal Consiglio dei ministri. Confermato, come aveva anticipato due giorni fa Repubblica.it, l'ingresso del Diritto in tutti e due gli indirizzi del liceo delle Scienze umane, l'introduzione delle Scienze in tutti e 5 gli anni del liceo classico. Ma anche più Fisica, Matematica e Scienze allo scientifico. Tutti gli studenti che sono orientati verso uno dei 6 nuovi licei gelminiani hanno tempo fino al 26 febbraio per studiare i nuovi piani-orario. Poi occorrerà scegliere, anche in base alle variazioni apportate dalle singole scuole, entro il 26 marzo. Licei classici. Meno Italiano e Storia nei prossimi licei classici. Ma anche più Lingua straniera, Matematica, Fisica e Storia dell'Arte. Al biennio si studierà per 27 ore a settimana. Al triennio saranno invece 31 le ore di studio settimanali. Il prossimo anno, chi sceglierà il classico studierà 4 ore a settimana di Italiano (una in meno rispetto al vecchio ordinamento), 5 di Latino e 4 di Greco. Tre sole ore di Storia e Geografia (materia unica), 3 di Matematica e 2 di Scienze. Restano due le ore settimanali di Scienze motorie (un tempo Educazione fisica) e una alla settimana quella di religione. Licei scientifici. Quello della Gelmini è un liceo decisamente più "scientifico", ma non troppo: meno ore di Latino e Storia, più ore di matematica, Fisica e Scienze. Ma anche meno ore di Lingua straniera. Al primo anno si studieranno 4 ore settimanali di Italiano e 3 di Storia/Geografia (materia unica). Le ore di latino diventeranno "appena" 3, come quelle di Inglese. Saranno invece sette le ore di Matematica (5 settimanali) e Fisica (2 a settimana). Due ore a settimana per Scienze, Storia dell'Arte e scinze motorie e una di religione. E nell'opzione "scienze applicate" salta completamente il Latino, entra l'Informatica e diventerà Scienze la materia più studiata. Svanisce anche il sogno dei corsi bilingue, molto richiesti dai genitori. Saranno poi le scuole, col 20 per cento di flessibilità oraria, ad adeguare i curricula alle esigenze del territorio.
Licei artistici. Saranno i licei dove si studierà di più: 34 ore settimanali al biennio e 35 al triennio. E sei gli indirizzi su cui esercitare la scelta: arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia. Il biennio sarà comune a tutti gli indirizzi, mentre al terzo anno le strade si dividono: 23 ore settimanali restano comuni a tutti gli indirizzi e 12 di laboratorio. Licei delle scienze umane. Ereditano gli alunni degli ex istituti magistrali e dei licei socio-psicopedagogici. Rispetto alla prima lettura, per raggranellare qualche ora di Diritto è stata sacrificata una lingua straniera. Me viene potenziato lo studio delle Scienze umane. Al primo anno le 27 ore settimanali saranno così suddivise: 4 di Italiano, 3 di latino e 3 di Storia/Geografia. E ancora: 4 ore settimanali di Scienze umane (Antropologia, Pedagogia, Psicologia e Sociologia), 3 di Lingua straniera e 2 di Diritto ed economia. L'area scientifica comprende 3 ore di Matematica (con Informatica) e 2 di Scienze naturali (Biologia, Chimica, Scienze della Terra). E si conclude con Scienze motorie (2 ore) e Religione. Nell'opzione "economico-sociale" sparisce il Latino subentra un'altra Lingua straniera e si incrementano le ore di Diritto ed economia, ma calano quelle di Scienze umane. Liceo linguistico. E' una mezza novità per l'ordinamento scolastico italiano. Finora, infatti, il liceo linguistico è stato attivato come sperimentazione nei socio-psicopedagogici. Da adesso avrà una sua autonomia e dignità. Anche questo liceo, rispetto alla prima lettura del Regolamento, subisce delle variazioni. Si riducono le ore di Latino e si incrementano quelle di Lingua straniera. Al primo anno, si studieranno 4 ore di Italiano, 2 di Latino e 10 ore di ben 3 Lingue straniere. Saranno 3 le ore di Storia/Geografia e altrettante di Matematica. Due ore settimanali di Scienze, due di attività motoria e una di religione. In totale, 27 ore. Liceo musicale/coreutico. E' la vera novità della riforma, ma anche la cenerentola: saranno soltanto 40 le sezioni di liceo musicale il prossimo anno in Italia. E appena 10 quelle di liceo coreutico. In tutti e 5 gli anni si studierà per 32 ore a settimana. Ma i due indirizzi, al primo anno, avranno in comune soltanto 18 ore: 4 di Italiano, 3 di Lingua straniera, 3 di Matematica, 2 di Scienze, 2 di Storia dell'arte e una di religione. La restante parte dell'orario sarà destinato a materie di indirizzo. © Riproduzione riservata (05 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Scuola
2010-02-04 Approvata dal Consiglio dei ministri, riordina gli istituti superiori Gli indirizzi saranno 6 nei licei, due nei tecnici, due nei professionali Scuola, sì alla riforma. Gelmini: "Epocale" Sindacati e opposizione: solo un taglio E i Cobas proclamano per il 12 marzo lo sciopero generale della scuola per l'intera giornata per protesta contro la riforma Scuola, sì alla riforma. Gelmini: "Epocale" Sindacati e opposizione : solo un taglio Maria Stella Gelmini ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi. VAI ALLA LA SCHEDA "Ci hanno accusato di aver cambiato per fare cassa. Niente di più falso: era un atto atteso da 50 anni". Così la riforma è stata introdotta dalla Gelmini in una conferenza stampa insieme a Silvio Berlusconi. Il premier ha parlato di una legge "che ci mette in linea con l'Europa", non resistendo a due battute: sulla musica ("La mia e di Apicella sarà materia di studio") e sul ministro ("Ha fatto la riforma invece del viaggio di nozze"). Dure le reazioni dell'opposizione. Per Pierluigi Bersani "il riordino della scuola superiore da parte del governo non è una riforma, ma un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che - invece di avvicinarci come riferito dal premier - ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese". Il riordino di cui parla il governo sarebbe in realtà un mero "taglio di risorse, di competenze e di tempo", dovuto alla necessità di Tremonti di far quadrare il bilancio. Per il Pd, a causa di questa riforma, "la scelta compiuta a 13 anni diventa nei fatti irreversibile per la grande differenza di programmi proposti dai diversi percorsi formativi sin dal primo biennio, favorendo la dispersione scolastica, penalizzando i saperi tecnico-scientifici e tagliando le ore di laboratorio negli istituti professionali".
E c'è anche chi si domanda se Berlusconi l'abbia mai letta questa riforma della scuola, perché - dice Antonio Borghesi, vicecapogruppo dell'Italia del Valori alla Camera, "l'impressione è che non l'abbia fatto". Per l'Idv, questa riforma "è stata scritta da Confindustria ed è priva di risorse adeguate". Il tono delle critiche dell'opposizione si trova anche nella durissima reazione di Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "Ciò che il governo ha approvato - ha detto - non è una riforma ma solo una rigorosa applicazione dei tagli decisi dal ministro Tremonti". Da questa riforma - spiega il segretario - "la professionalità del personale uscirà svilita e tantissimi precari, insegnanti e Ata, saranno presto licenziati". Di più, secondo Pantaleo, "la decisione di ridurre l'orario nella classi successive alla prima e nei soli istituti tecnici e professionali, accentua la separatezza tra i diversi segmenti, producendo nei fatti una divisione sociale grave e inaccettabile tra i giovani sulla base del censo e delle condizioni sociali e culturali di partenza". I sindacati fanno sapere che non molleranno la presa e che anzi, alzeranno il tiro: "Il 17 febbraio ci sarà una grande Assemblea Nazionale della scuola secondaria superiore, aperta agli studenti, alle associazioni e alle forze politiche per decidere tutte le opportune iniziative di mobilitazione. Il 12 marzo poi sarà giornata di sciopero nazionale". Sulla stessa linea anche la Gilda, l'associazione professionale dei docenti italiani, che allude ad una riforma che "penalizza fortemente le seconde, terze e quarte classi su cui ricadranno i tagli previsti dal governo". In seguito all'incontro avvenuto ieri, alla vigilia del Consiglio dei ministri, tra i sindacati e i tecnici del ministero dell'Istruzione, "il governo - ha spiegato il Coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio - ha accolto in parte i pareri espressi dalle commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato". Conclude Di Meglio: "E' evidente che studenti e docenti delle classi vittime dei tagli non avranno più alcuna certezza rispetto ai percorsi didattici che hanno intrapreso". Insomma, per dirla con le parole usate dalla Rete degli studenti, questa riforma è una "carnevalata" che può valere come scherzo solo se in ballo non c'è il futuro dei giovani e del Paese. Il premier annuncia l'Europa, "per noi invece - conclude la Rete - i livelli europei diventano sempre di più un miraggio". Il 20 febbraio, "smaschereremo il governo". Prevista una giornata di mobilitazione nazionale. Sciopero in vista. Dopo il via libera del Consiglio dei Ministri alla riforma delle superiori i Cobas confermano lo sciopero per il prossimo 12 marzo. "Una riforma sciaguarata" la definisce il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi "che non ha alle spalle alcun progetto didattico, come non ne avevano alle elementari la "maestra unica" o la devitalizzazione del Tempo Pieno. Si cancellano o si immiseriscono materie importanti di studio, si tagliano ore di insegnamento cruciali (in media 4 ore settimanali in meno), si sopprimono laboratori e esperienze pratiche professionalizzanti, si cacciano decine di migliaia di precari, eliminandone il posto di lavoro, soltanto in nome del Dio Risparmio, a spese di una istruzione sempre più impoverita, giudicata un investimento improduttivo da questo e dagli ultimi governi". "Ma - avverte Bernocchi - la partita non si chiude qui. I Regolamenti dovranno superare ancora non solo le obiezioni del Consiglio di Stato ma ottenere l'approvazione della Corte dei Conti e del capo dello Stato, fino alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Solo allora le scuole potranno presentare l'offerta formativà alle famiglie che, essendo a poche settimane dalla scadenza per le iscrizioni (26 marzo), dovrebbero iscrivere i figli pressochè "al buio". Soprattutto, in queste poche settimane docenti, genitori e studenti vedranno il progetto distruttivo in tutta la sua brutale concretezza, città per città, paese per paese, con le scuole che spariscono, gli accorpamenti folli, gli indirizzi di studio soppressi". "Ci sono dunque - prosegue Bernocchi - le condizioni perchè si sviluppi, qui ed ora, una forte opposizione alla "riforma" da parte di docenti ed Ata, precari e "stabili", studenti, genitori. Dobbiamo intensificare subito la lotta, agevolando la mobilitazione di tutto il popolo della scuola pubblica. Tale lotta culminerà nello sciopero del 12 marzo e in una grande manifestazione nazionale a Roma che partirà da Piazza della Repubblica alle 10 per concludersi al Ministero di Viale Trastevere. In testa al corteo - conclude Bernocchi - ci saranno i precari/e, che in questi mesi si sono battuti coraggiosamente in difesa della scuola pubblica, della qualità dell'insegnamento e del loro posto di lavoro". (04 febbraio 2010)
Meno ore e meno professori Ecco la nuova scuola superiore di SALVO INTRAVAIA Meno ore e meno professori Ecco la nuova scuola superiore Ecco la scuola superiore targata Gelmini. Dal prossimo mese di settembre la scuola secondaria di secondo grado, ferma sostanzialmente al 1923, verrà riformata. E saranno tantissime le novità che interesseranno per il momento i 500 mila ragazzini delle scuole medie italiane in procinto di scegliere come proseguire gli studi, ma anche il milione di studenti che frequentano le classi intermedie (seconde, terze e quarte classi) degli istituti tecnici e professionali. Vediamo perché. Dopo un tira e molla durato diversi mesi, i sindacati, le commissioni Cultura di Camera e Senato sono riusciti a strappare un avvio soft della riforma: si partirà dalle sole prime classi. Ma per tagliare oltre 17 mila cattedre in appena due anni (il 2010/2011 e il 2011/2012) i tecnici del ministero dell'Istruzione, sotto l'occhio vigile dei colleghi dell'Economia, hanno dovuto rivoluzionare i quadri-orario dei tecnici e professionali. E così, dal prossimo mese di settembre, quasi un milione di studenti che frequentano le seconde, terze e quarte classi di tecnici e professionali si vedranno scontare le ore settimanali di studio. Secondo un modello che non è stato ancora presentato. L'architettura. Dal prossimo anno scolastico la scelta sarà ridotta ad un numero relativamente concentrato di opzioni. E gli oltre 500 indirizzi (tra ordinamenti, sperimentazioni e progetti assistiti) tra i quali occorreva orientarsi fino all'anno in corso, saranno un ricordo. I licei avranno soltanto 6 indirizzi (artistico, scientifico, classico, delle scienze umane, linguistico e musicale/coreutico). Ma considerando i 6 indirizzi del nuovo liceo artistico (arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia), l'opzione aggiuntiva per lo scientifico (delle scientifico delle "scienze applicate"), quella "economico-sociale" per il liceo delle scienze umane e i due indirizzi del musicale e coreutico si arriva a 14 indirizzi. Gli istituti tecnici saranno in tutto 11 (Amministrativo, finanza e marketing; Turismo; Meccanica, meccatronica ed energia; Trasporti e logistica; Elettronica ed elettrotecnica; Informatica e telecomunicazioni; Grafica e comunicazione; Chimica, materiali e biotecnologie; Sistema moda; Agraria e agroindustria; Costruzioni, ambiente e territorio) , suddivisi in due settori (economico e tecnologico). Mentre i professionali diventano 6, suddivisi in due settori (dei servizi e industria e artigianato): Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; Servizi socio-sanitari; Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera; Servizi commerciali; Produzioni artigianali e industriali; Servizi per la manutenzione e l'assistenza tecnica.
Le ore di lezione. Tutti i licei, ad eccezione di quello artistico e del classico, avranno 27 ore di lezioni settimanali al biennio e 30 ore a settimana al triennio. Al classico si studierà di più: 31 ore settimanali negli ultimi tre anni. Mentre al liceo artistico, per via delle materie di indirizzo che richiedono parecchie ore di esercitazione, si arriverà a 34 ore al biennio e 35 al triennio. Saranno invece 32 ore settimanali, per tutti e 5 gli anni, al liceo musicale e coreutico, che però inizierà in sordina: 40 sezioni di liceo musicale e 10 di liceo coreutico in tutta Italia. Nei tecnici e negli istituti professionali l'orario settimanale è stato invece calibrato su 32 ore, con un numero congruo di attività laboratoriale. Autonomia. I curricula predisposti dal ministero possono essere modificati, entro certi limiti, dai singoli collegi dei docenti. Al biennio, i nuovi licei potranno ritagliare il 20 per cento del monte ore annuo per attivare insegnamenti opzionali. Quota che sale al 30 per cento al triennio. In questo modo, ogni liceo potrà "personalizzare" l'offerta formativa per renderla più vicina alle esigenze dell'utenza e del territorio. La quota di flessibilità nei tecnici e nei professionali è ancora più elevate e può superare la metà delle ore annue. © Riproduzione riservata (04 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Scuola
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2010-02-04 Scuola, via libera alla riforma. Riordino imposto. E' caos di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore Meno ore di scuola rispetto alle medie. Un "taglio" drastrico agli indirizzi (sei licei, sfoltiti i tecnici e i professionali) e tante materie che scompaiono e riappaiono come Geografia e Diritto. Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla riforma dell'istruzione superiore senza tener conto delle proteste di insegnanti, famiglie e sindacati. Il tutto nel pieno caos delle imminenti iscrizioni degli studenti, dove a tutt'oggi non c'è certezza sull'offerta formativa. Il tanto annunciato opsucolo del Miur ancora non c'è, forse sarà pronto domani via web. Tuttavia, Berlusconi e la Gelmini in conferenza stampa suonano la gran cassa. E si scopre il vero "piano" del governo: fare cassa e accontentare le imprese, Confindustria in primis. Infatti, i licei restano "reginette" anche se scompare il Diritto. Resta la divisione con gli istituti tecnici e professionali, confinati a "Cenerentole". Il presidente del Consiglio lo dice usando questi termini: "La scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". E la "maestra unica" dell'Istruzione decanta il riordino: "Riforma epocale, non ideologica". Tace però sui nuovi quadri orari e rivendica l'opzione del nuovo liceo, quello musicale. Una "carnevalata", per dirla con la Rete degli studenti, al quale il premier non resta indietro: "Studiate le mie canzoni e quelle di Apicella..." è il messaggio che manda ai ragazzi che devono scegliere dove iscriversi entro il 26 marzo e senza che sia ancora partita la tanto annunciata campagna di informazione alle famiglie. La riforma entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico 2010-2011, a partire dalle sole prime classi solo per i licei, non per i tecnici e i professionali però , dove le riduzioni di orario saranno pesanti da subito anche per le classi terze, quarte e quinte già in corso. La nuova scuola targata Gelmini prevede un taglio netto degli indirizzi di studio: i licei diventeranno sei. Gli istituti tecnici passeranno da 10 con 39 indirizzi a 2 con 11 indirizzi e le ore scenderanno da 36 a 32; i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi scenderanno a 2 corsi e 6 indirizzi, anche qui le ore saranno 32 invece delle attuali 36. Per dirla con Antonio Rusconi, capogruppo Pd in commissione istruzione del Senato "E' un ciclone che devasta l'istruzione". Anche i sindacati (Flc-Cgil e Gilda) non mandano giù il boccone amaro: "Un riordino era necessario - sottolineano - ma questa non è una riforma". E il leader del Pd, Pierlugi Bersani, dichiara: "Di epocale non è la riforma, è il taglio alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro paese". I licei Si passa dai quasi 450 indirizzi (tra sperimentali e progetti assistiti) a sei licei: classico, scientifico, linguistico, artistico (con 6 indirizzi distinti) e le new entri del liceo musicale e delle scienze umane. Al Classico rispetto all'oggi, si studierà inglese per cinque anni e verrà potenziata l'area scientifica e matematica. Resta obbligatorio il Latino. Chi opterà per lo Scientifico troverà la nuova opzione delle "scienze applicate" che raccoglie l'eredità della sperimentazione scientifico-tecnologica. Al liceo linguistico viene introdotta la terza lingua straniera e dal terzo anno una materia verrà insegnata in lingua. Altra novità, il liceo delle scienze umane, che sostituisce quello sociopedagogico, con l'opzione economico-sociale. Infine, quello musicale: con 40 sezioni e 10 coreutiche che potranno essere attivate in convenzione con conservatori e accademie di danza. Istituti tecnici Due soli settori: economico e tecnologio, e 11 indirizzi. L'orario settimanale sarà di 32 ore (un taglio di ben 4 ore di scuola rispetto all'oggi). Ci saranno i laboratori: 264 ore nel biennio che salgono a 891 nel triennio. Il biennio sarà comune per i due percorsi. E' favorita la diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro. Istituti professionali Da cinque settori e 27 indirizzi si passa a 2 macro-settori - servizi e industria/artigianato - e 6 indirizzi. L'orario settimanale si accorcia a 32 ore. Il percorso di studi è articolato in due bienni e un quinto anno. Anche qui entra in gioco l'alternanza scuola-lavoro. Le reazioni Le Consulte nazionali degli studenti hanno bocciato la riforma con 56 voti contro 36 a favore. Per Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "E' una riforma fortemente deludente. L'unica logica è quella dei tagli. Qualche miglioramento solo per le prime classi, poi il caos delle materie professionalizzanti soprattutto per i tecnici e professionali".Per Pantaleo la conseguenza sarà "una drastica riduzione di posti di lavoro e il licenziamento di altri migliaia di precari". Da qui l'imminente protesta: "Assemblea nazionale il 17 febbraio, e così fino allo sciopero generale del 12 Marzo proclamato dalla Cgil". Mentre l'ex ministro Giuseppe Fioroni "bacchetta" Berlusconi: "La scuola superiore, caro presidente del Consiglio, non 'sforna' ragazzi come da lei testualmente affermato. La scuola ha il compito di formarli ed educarli". E l'opposizione, con Maria Coscia (pd) in testa, ribadisce: "Solo spot trionfalistici, bisognava rimandare di un anno l'avvio della controriforma". Pollice verso anche dal Gilda: "Si penalizzano fortemente le seconde, le terze e le quarte classi sui cui ricadranno i tagli". Collaborativo con il governo Di Menna della Uil-scuola: "Primo ok ma più investimenti". Famiglie e studenti nel caos Le iscrizioni sono alle porte e regna il mistero sui quadri orari di tutte le materie. Secondo indiscrezioni la Geografia dopo la campagna di proteste, sarebbe rimasta. Ma il Miur avrebbe solo girato il probleme ai presidi: resta l'accorpamento con la Storia, nessun aumento di ore". E nella baraonda più totale anche le famiglie: il piano di orientamento del ministero forse sarà pronto solo domani. Di' la tua 04 febbraio 2010
Scuola, via libera alla riforma. Riordino imposto. E' caos di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore Meno ore di scuola rispetto alle medie. Un "taglio" drastrico agli indirizzi (sei licei, sfoltiti i tecnici e i professionali) e tante materie che scompaiono e riappaiono come Geografia e Diritto. Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla riforma dell'istruzione superiore senza tener conto delle proteste di insegnanti, famiglie e sindacati. Il tutto nel pieno caos delle imminenti iscrizioni degli studenti, dove a tutt'oggi non c'è certezza sull'offerta formativa. Il tanto annunciato opsucolo del Miur ancora non c'è, forse sarà pronto domani via web. Tuttavia, Berlusconi e la Gelmini in conferenza stampa suonano la gran cassa. E si scopre il vero "piano" del governo: fare cassa e accontentare le imprese, Confindustria in primis. Infatti, i licei restano "reginette" anche se scompare il Diritto. Resta la divisione con gli istituti tecnici e professionali, confinati a "Cenerentole". Il presidente del Consiglio lo dice usando questi termini: "La scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". E la "maestra unica" dell'Istruzione decanta il riordino: "Riforma epocale, non ideologica". Tace però sui nuovi quadri orari e rivendica l'opzione del nuovo liceo, quello musicale. Una "carnevalata", per dirla con la Rete degli studenti, al quale il premier non resta indietro: "Studiate le mie canzoni e quelle di Apicella..." è il messaggio che manda ai ragazzi che devono scegliere dove iscriversi entro il 26 marzo e senza che sia ancora partita la tanto annunciata campagna di informazione alle famiglie. La riforma entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico 2010-2011, a partire dalle sole prime classi solo per i licei, non per i tecnici e i professionali però , dove le riduzioni di orario saranno pesanti da subito anche per le classi terze, quarte e quinte già in corso. La nuova scuola targata Gelmini prevede un taglio netto degli indirizzi di studio: i licei diventeranno sei. Gli istituti tecnici passeranno da 10 con 39 indirizzi a 2 con 11 indirizzi e le ore scenderanno da 36 a 32; i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi scenderanno a 2 corsi e 6 indirizzi, anche qui le ore saranno 32 invece delle attuali 36. Per dirla con Antonio Rusconi, capogruppo Pd in commissione istruzione del Senato "E' un ciclone che devasta l'istruzione". Anche i sindacati (Flc-Cgil e Gilda) non mandano giù il boccone amaro: "Un riordino era necessario - sottolineano - ma questa non è una riforma". E il leader del Pd, Pierlugi Bersani, dichiara: "Di epocale non è la riforma, è il taglio alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro paese". I licei Si passa dai quasi 450 indirizzi (tra sperimentali e progetti assistiti) a sei licei: classico, scientifico, linguistico, artistico (con 6 indirizzi distinti) e le new entri del liceo musicale e delle scienze umane. Al Classico rispetto all'oggi, si studierà inglese per cinque anni e verrà potenziata l'area scientifica e matematica. Resta obbligatorio il Latino. Chi opterà per lo Scientifico troverà la nuova opzione delle "scienze applicate" che raccoglie l'eredità della sperimentazione scientifico-tecnologica. Al liceo linguistico viene introdotta la terza lingua straniera e dal terzo anno una materia verrà insegnata in lingua. Altra novità, il liceo delle scienze umane, che sostituisce quello sociopedagogico, con l'opzione economico-sociale. Infine, quello musicale: con 40 sezioni e 10 coreutiche che potranno essere attivate in convenzione con conservatori e accademie di danza. Istituti tecnici Due soli settori: economico e tecnologio, e 11 indirizzi. L'orario settimanale sarà di 32 ore (un taglio di ben 4 ore di scuola rispetto all'oggi). Ci saranno i laboratori: 264 ore nel biennio che salgono a 891 nel triennio. Il biennio sarà comune per i due percorsi. E' favorita la diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro. Istituti professionali Da cinque settori e 27 indirizzi si passa a 2 macro-settori - servizi e industria/artigianato - e 6 indirizzi. L'orario settimanale si accorcia a 32 ore. Il percorso di studi è articolato in due bienni e un quinto anno. Anche qui entra in gioco l'alternanza scuola-lavoro. Le reazioni Le Consulte nazionali degli studenti hanno bocciato la riforma con 56 voti contro 36 a favore. Per Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "E' una riforma fortemente deludente. L'unica logica è quella dei tagli. Qualche miglioramento solo per le prime classi, poi il caos delle materie professionalizzanti soprattutto per i tecnici e professionali".Per Pantaleo la conseguenza sarà "una drastica riduzione di posti di lavoro e il licenziamento di altri migliaia di precari". Da qui l'imminente protesta: "Assemblea nazionale il 17 febbraio, e così fino allo sciopero generale del 12 Marzo proclamato dalla Cgil". Mentre l'ex ministro Giuseppe Fioroni "bacchetta" Berlusconi: "La scuola superiore, caro presidente del Consiglio, non 'sforna' ragazzi come da lei testualmente affermato. La scuola ha il compito di formarli ed educarli". E l'opposizione, con Maria Coscia (pd) in testa, ribadisce: "Solo spot trionfalistici, bisognava rimandare di un anno l'avvio della controriforma". Pollice verso anche dal Gilda: "Si penalizzano fortemente le seconde, le terze e le quarte classi sui cui ricadranno i tagli". Collaborativo con il governo Di Menna della Uil-scuola: "Primo ok ma più investimenti". Famiglie e studenti nel caos Le iscrizioni sono alle porte e regna il mistero sui quadri orari di tutte le materie. Secondo indiscrezioni la Geografia dopo la campagna di proteste, sarebbe rimasta. Ma il Miur avrebbe solo girato il probleme ai presidi: resta l'accorpamento con la Storia, nessun aumento di ore". E nella baraonda più totale anche le famiglie: il piano di orientamento del ministero forse sarà pronto solo domani. 04 febbraio 2010
Macelleria contabile. La fine della scuola di Fabio Luppinotutti gli articoli dell'autore Ormai non c’è più niente da fare. Manca il placet del governo, che potrebbe arrivare oggi o nel prossimo Consiglio dei ministri. La riforma che depotenzierà lo studio di moltissime materie nelle scuole superiori e che taglierà migliaia di posti di lavoro, ieri ha avuto il sì, pd contrario, non l’Udc, (tra l’altro non vincolante) della commissione competente in Senato. Che si possa fare così, quasi in silenzio, con dei regolamenti (che vi abbiamo diffusamente illustrato su queste pagine e che potete vedere sul sito http://nuovilicei.indire.it/) lo prevede la Finanziaria del 2008, attraverso cui si è delegato il governo a fare e ad infischiarsene di un reale dibattito parlamentare. Buio sulla scuola, dunque. Fine delle sperimentazioni nei licei; fine delle attività pratiche nei tecnici (dall’Agrario, ai Nautici ai Tecnici industriali, e poi lo stesso governo ci propone l’apprendistato a quindici anni, togliendolo da un percorso formativo vero); fine dello studio di due lingue straniere; fine dello studio della geografia, di cui parleremo nella pagina seguente; latino solo in uno dei tre scientifici che rimarranno. "Siamo sbalorditi e turbati di fronte all’indifferenza con cui il governo ha dimostrato di voler risolvere i gravi problemi che affliggono la scuola italiana", ha detto la presidente del Gruppo del Pd, Anna Finocchiaro, a commento del via libera ai regolamenti sulle scuole superiori della commissione Istruzione del Senato. "Hanno vinto i diktat di Tremonti - ha precisato Finocchiaro - preoccupato solo di contenere la spesa pubblica, come ha sottolineato più volte nei suoi pareri il Consiglio di Stato. Il governo ha scelto la strada più veloce e meno democratica, privando il parlamento e il Paese di un confronto serio e doveroso. La scuola italiana avrà meno ore da dedicare agli studenti, meno materie e anche meno insegnanti, perché nulla è stato fatto per garantire il posto di lavoro alle migliaia di precari che, dopo anni di dedizione e attesa, sono costrette a fare i conti con un futuro privo di certezze. La scuola italiana, così come esce da quella che si ha il coraggio e la sfacciataggine di definire una riforma, è un salto all’indietro. Un’offesa per il nostro Paese, al quale non si vogliono offrire gli strumenti per affrontare sfide importanti nel campo della conoscenza, dell’innovazione, dell’investimento sui giovani e sul sapere". Buio anche sul percorso. Perché al momento i regolamenti per le superiori non sono pubblici e le famiglie hanno due mesi di tempo per scegliere il futuro scolastico dei propri figli. Buio per i docenti: non si sa se la cosiddetta riforma partirà solo per le prime classi dal prossimo anno scolastico o se pure per le altre, minando un percorso di formazione scelto su altri presupposti. 28 gennaio 2010
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Stampa ________________________________________________________________________________
Riforma dell’Istruzione tecnica e professionale
La riforma dell'Istruzione Tecnica e Professionale era attesa da quasi 80 anni. Le norme introdotte con i nuovi Regolamenti riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall'anno scolastico 2010-2011 come scuole dell'innovazione. Ecco i punti principali dei due regolamenti: Riordino degli istituti tecnici
Nuovi istituti tecnici: 2 settori e 11 indirizzi I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 Settori: economico e tecnologico. Avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive al contrario delle attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Nel Settore economico sono stati definiti 2 indirizzi: 1. amministrativo, finanza e marketing; 2. turismo.
Nel Settore tecnologico sono stati definiti 9 indirizzi: 1. meccanica, meccatronica ed energia; 2. trasporti e logistica; 3. elettronica ed elettrotecnica; 4. informatica e telecomunicazioni; 5. grafica e comunicazione; 6. chimica, materiali e biotecnologie; 7. sistema moda; 8. agraria, agroalimentare e agroindustria; 9. costruzioni, ambiente e territorio. Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento. Centralità delle attività di laboratorio Il Regolamento prevede, inoltre, lo sviluppo di metodologie innovative basate sulla didattica di laboratorio, considerata uno strumento efficace in tutti gli ambiti disciplinari, compresi gli insegnamenti di cultura generale (per esempio, italiano e storia). Relativamente agli indirizzi del settore tecnologico è prevista inoltre la presenza degli insegnanti tecnico-pratici nella misura oraria crescente dal primo al quinto anno:
Più autonomia e flessibilità dell'offerta formativa I nuovi istituti tecnici sono caratterizzati da un'area di istruzione generale comune e in distinte aree di indirizzo che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le Regioni e le Parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio.
Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche ecc.. Ore dedicate alle 2 aree: AREA ISTRUZIONE GENERALE AREA INDIRIZZO
660 ore 396 ore
495 ore 561 ore
Il percorso didattico degli istituti tecnici è strutturato in:
Più inglese Sono state incrementate le ore di studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere. Insegnamento di scienze integrate E' previsto l'insegnamento di scienze integrate, al quale concorrono, nella loro autonomia, le discipline di "Scienze della terra e biologia", di "Fisica" e di "Chimica", per potenziare la cultura scientifica. Rafforzato rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni Le norme introdotte hanno l’obiettivo di creare un rapporto più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini e l’alternanza scuola-lavoro. Riordino istituti professionali In Italia, in questo anno scolastico, studiano, in 1.425 istituti professionali, 547.826 alunni suddivisi in 25.445 classi. Attualmente sono 5 i settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi.
Verrà superata la sovrapposizione con l'istruzione tecnica, si pongono le basi per un raccordo organico con il sistema d'istruzione e formazione professionale, di competenza delle Regioni. I servizi d'istruzione saranno più efficaci e le risorse verranno utilizzate nel modo più adeguato.
I nuovi istituti professionali Si articolano in 2 macrosettori:
Ai 2 settori corrispondono 6 indirizzi: Settore dei servizi:
Settore industria e artigianato:
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti professionali confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento. Ore di insegnamento Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive al contrario delle attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Più flessibilità dell'offerta formativa Gli istituti professionali avranno maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota già prevista del 20% di autonomia, ammonteranno al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta. Le quote di flessibilità consentono:
La struttura del percorso quinquennale
AREA ISTRUZIONE GENERALE AREA INDIRIZZO
660 ore 396 ore
495 ore 561 ore
La struttura del percorso quinquennale Il percorso è articolato in: 2 bienni e 1 quinto anno Offerta coordinata con la formazione professionale regionale Gli istituti professionali potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Centralità delle attività di laboratorio e tirocini
Roma, 4 febbraio 2010
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Stampa ________________________________________________________________________________
Riforma dei licei La riforma dei licei ha ricevuto il via libera definitivo da parte del Consiglio dei Ministri. Si tratta di una riforma epocale che partirà dal 2010 e che segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano. L’impianto complessivo dei licei, infatti, risale alla legge Gentile del 1923. Con questa riforma si vuole:
Per cancellare la frammentazione e consentire alle famiglie e agli studenti di compiere scelte chiare, i 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal Miur e le tantissime sperimentazioni attivate saranno ricondotti a 6 licei. Rispetto al vecchio impianto che prevedeva solo il liceo classico, il liceo artistico e lo scientifico, oltre all’istituto magistrale quadriennale e a percorsi sperimentali linguistici, con la riforma avremo:
Articolato in prima lettura in tre indirizzi, sarà articolato in 6 indirizzi distinti, anche per facilitare la confluenza degli attuali istituti d’arte e garantire la continuità ad alcuni percorsi di eccellenza Con la riforma sarà finalmente introdotto l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio. E’ stata potenziata anche l’area scientifica e matematica. Nel liceo scientifico tradizionale è aumentato il peso della matematica e delle discipline scientifiche. La nuova opzione delle "scienze applicate" raccoglie l’eredità della sperimentazione "scientifico-tecnologica". Il liceo linguistico prevedrà, sin dal primo anno, l’insegnamento di 3 lingue straniere. Dalla terzo anno un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dal quarto un secondo insegnamento sarà impartito in lingua straniera. E’ una delle novità della riforma. Il liceo musicale sarà articolato nelle due sezioni: musicale e coreutica. Inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche e potranno essere attivate in convenzione con i conservatori e le accademie di danza per le materie di loro competenza. Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, devono essere in grado di:
Altra novità della riforma è il liceo delle scienze umane. Sostituisce il liceo sociopsicopedagogico portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi. Il piano di studi di questo indirizzo si basa sull’approfondimento dei principali campi di indagine delle scienze umane, della ricerca pedagogica, psicologica e socio-antropologico-storica. Rispetto alla prima lettura, sono state potenziate le materie di indirizzo.
La nuova organizzazione dei licei prevede:
Possibilità, a partire dal secondo biennio, di svolgere parte del percorso attraverso l’alternanza scuola-lavoro e stages o in collegamento con il mondo dell’alta formazione (università, istituti tecnici superiori, conservatori, accademie). Il metodo Dopo la prima lettura e il primo via libera del Consiglio dei Ministri alla Riforma dei licei, il Ministrero ha aperto uno spazio di discussione per perfezionare il testo e continuare ad ascoltare il mondo della scuola (sono stati coinvolti oltre 10mila tra insegnanti e dirigenti scolastici) e della cultura, le famiglie e i ragazzi.
La riforma sul web Per la prima volta un provvedimento è stato sottoposto, prima della sua adozione, al confronto attraverso il mondo del web grazie al sito http://nuovilicei.indire.it, da cui è stato possibile scaricare i documenti approvati in prima lettura, commentarli on line articolo per articolo, seguire il "cantiere del cambiamento" passo dopo passo attraverso la rassegna stampa, gli appuntamenti di confronto e di comunicazione e i relativi video, relazioni o abstract, i documenti e gli "appunti di viaggio" che via via sono stati messi on line. I commenti hanno segnalato la correttezza di alcune ipotesi già allo studio della Cabina di regia (i cui membri dialogano on line), come il perfezionamento dei quadri orari relativi alle "Scienze Umane" e il rafforzamento ulteriore dell’asse scientifico matematico e della lingua straniera.
Roma, 4 febbraio 2010 |
il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2010-02-09 Scuola, nel 2010 arrivano i primi risparmi di Claudio Tucci 9 febbraio 2010 Scuola, nel 2010 arrivano i primi risparmi DOCUMENTO Il budget dello Stato 2010 "Dai nostri archivi" Scuola, ma quanto mi costi: il 48,9 0ella spesa pubblica "mangiato" dall'istruzione Scuola: in 3 anni previsti 87mila docenti in meno Riforma dell'istruzione, riordino con posti a rischio Regione per regione la mappa della spesa per scuola, sanità e sicurezza Scuola, tagli del 17 0x0p+0l personale
I tagli all'Istruzione iniziano a far cassa. Rispetto al 2009, il budget 2010 di viale Trastevere è in calo di circa mezzo miliardo, precisamente di 530,7 milioni di euro. Quasi un terzo in meno, rispetto al miliardo e 600 milioni di euro di risparmi previsti, per quest'anno, dalla Finanziaria 2010. Ma è, comunque, la prima volta, dall'inizio della cura "da cavallo" imposta alla scuola con la manovra estiva 2008, che si vede il segno meno sulle spese del ministero dell'Istruzione. La certificazione, dopo le incertezze dei giorni scorsi, è arrivata dalla Ragioneria generale dello Stato, che, ieri, ha reso noto il budget per il 2010, delle amministrazioni centrali. Viale Trastevere prevede per quest'anno spese per 43,9 miliardi: -1,19%, rispetto ai costi sostenuti nel 2009, pari a 44,4 miliardi. "Era prevedibile - spiega al Sole24Ore.com, Daniele Checchi, economista della Statale di Milano - che la seconda tranche di tagli avrebbe sortito i primi effetti". Ma sono, comunque, ridotti, e ciò dimostra, prosegue, che nella scuola "esistono, ancora, margini di risorse non utilizzate in modo efficiente, che hanno contenuto i risparmi preventivati". Una volta raschiato fino in fondo il barile, per Checchi, il rischio è che, oltre ai risparmi, esca fuori tutto "il malessere" di un intero comparto, che sta subendo sforbiciate "molto decise". Nel 2011 e 2012, bisognerà tagliare altri 5,7 miliardi. E calerà, pure, il fondo, previsto dalla legge 440 del 1997, per ampliare l'offerta formativa. Giorni fa è stata appena registrata alla Corte dei conti la direttiva annuale per il 2009, che prevede, rispetto al 2008, una contrazione di 40 milioni, da 179 a 140,5 milioni di euro. Risorse che caleranno progressivamente: 130 milioni nel 2010 e 99,5 milioni sia nel 2011 che nel 2012. Tornando al budget 2010, a invertire il trend delle spese, è stata, soprattutto, la diminuzione dei costi per il personale, che rappresenta il 97% dei costi totali: al 1° settembre prossimo non ci saranno più 32.277 dipendenti (insegnanti e Ata), facendo risparmiare a viale Trastevere ben 654, 6 milioni di euro. Si aspetta, ora, di sapere come parte di queste risorse (almeno il 30%, prevede la legge) si traducano effettivamente in premi al merito. Segnano, invece, un aumento, le spese per carta, cancelleria, stampati (24,9 milioni, +20,2% rispetto al 2009), come, pure, quelle per utenze e canoni (+16,8, +68,2% rispetto allo scorso anno). All'opposto, calano, in modo significativo, le spese per consulenza, passate da 58,1 a 20,9 milioni, previste per quest'anno. Anche se, poi, crescono i costi per gli incarichi conferiti al personale (43,6 milioni, + 31,2%) e quelli per le prestazioni professionali e specialistiche (58,8 milioni, +760%), in particolare per assistenza tecnico-informatica. Calando questi numeri nella realtà scolastica, si può vedere come il settore che certifica più risparmi di tutti sia l'istruzione secondaria di secondo grado, che farà spendere, nel 2010, poco più di 15 miliardi, con una diminuzione, rispetto allo scorso anno, di circa un miliardo e mezzo (1,49 per l'esattezza). E buona parte di queste economie verranno dal riordino di licei, tecnici e professionali, che partirà dal prossimo 1° settembre. In calo, anche, le spese per l'istruzione secondaria di primo grado (-437,1 milioni) e per l'istruzione pre-scolastica (-49,7 milioni). Aumentano, invece, di poco più di un miliardo, i costi per l'istruzione primaria. Passa, poi, a circa 7,3 miliardi il finanziamento per il sistema universitario e si conferma, più o meno stabile, a 2,1 miliardi, l'investimento statale nella ricerca scientifica e tecnologica di base. Riforma della scuola: riordino con posti a rischio per docenti Regione per regione la mappa della spesa per scuola, sanità e sicurezza Scuola: doccia fredda all'istruzione: - 7,3 miliardi di 3 anni 9 febbraio 2010
Scuola, ma quanto mi costi: il 48,9% della spesa pubblica "mangiato" dall'istruzione di Claudio Tucci 14 settembre 2009 Tagli al personale, finanziamenti col contagocce, programmazione con le mani legate. La scuola è ripartita da dove si era fermata: caos e proteste, da Nord e Sud del Paese, per contrastare la ferrea stagione di austerity imposta a Viale Trastevere per contenere costi di gestione tra i più alti dell'intero settore pubblico. Non è un mistero, infatti, che il ministero dell'Istruzione, oggi, assorba, il 48,9% dei costi dello Stato: 44,5 miliardi di euro (sui circa 91 miliardi totali). Un piccolo, grande record che colloca l'Istruzione tra i potenziali "maggiori contribuenti" al contenimento della spesa pubblica. Eppure, così non è mai accaduto. Stando, almeno, ai dati contenuti nei vari budget di spesa pubblicati, anno dopo anno, dalla Ragioneria Generale dello Stato. Dal 2005 a oggi, viale Trastevere ha visto lievitare costantemente i propri costi di funzionamento, passati dai 38,5 miliardi di euro di 4 anni fa, agli attuali 44,5 miliardi. Praticamente, un miliardo e mezzo di euro in più ogni rilevazione. Compresa quella per il 2009, anno in cui, invece, si sarebbero dovuti vedere i primi segnali di contrazione dovuti alla cura "da cavallo" contenuta nell'ultima Finanziaria approvata (la manovra triennale sui conti pubblici licenziata nell'estate 2008): un piano di riduzione di spesa pari a 7 miliardi e 832 milioni di euro, entro il 2012, e tagli agli organici del personale di ben 87.341 posti di docenti e di 44.500 posti di operatori Ata. Costi troppo alti per il personale. Come spiegare, allora, questi risultati contrastanti? La cui punta dell'iceberg la stiamo vedendo, in questi giorni, con sit in e proteste sparse per l'Italia. La chiave di lettura viene data (da anni) dalla Corte dei Conti nella sua periodica relazione, al Parlamento, sul costo del lavoro pubblico. Viale Trastevere spende un'enormità di stipendi per il personale (circa il 98% dei costi totali). Un dato confermato da tutti i principali documenti di finanza pubblica elaborati da Via XX Settembre. Il problema è tutto lì e dipende, sempre, dalle stesse variabili: ricostruzioni di carriera nei confronti dei precari di volta in volta stabilizzati, progressioni automatiche di stipendio, assegnazioni di "premi" a pioggia, slegati da merito e produttività. In più, nonostante anni di proclami e leggi Finanziarie, il personale in servizio nella scuola ha subito una costante crescita fino al 2006 e solo nel 2007 ha fatto registrare una lieve flessione (-1,1 per cento). Programmazione ferma al palo. Fardelli, che, ora, stanno diventando vere e proprie mannaie per il sistema Istruzione per effetto della clausola di salvaguardia, introdotta dall'allora Governo Prodi, nel 2007 e mai modificata: se non si taglia il personale, si diminuiscono, in modo equivalente, le altre spese. E non riuscendo, Viale Trastevere, ad abbassare le spese per impiegati, professori e bidelli, si stanno riducendo i finanziamenti per le altre spese, azzerando, di fatto, moltissimi obiettivi già programmati e rimasti senza fondi. E' sufficiente sfogliare la direttiva annuale sull'azione amministrativa 2009, da poche settimane sul sito internet del Miur, per rendersi conto di quanti programmi di spesa per la didattica risultino a bocca asciutta. Problemi tristemente noti a centinaia di presidi e genitori. E non è un caso che nella relazione (6 pagine) allegata al Dpef 2010-2013, presentato a luglio scorso, Viale Trastevere abbia chiesto garanzie per proseguire nel piano di rilancio di scuola e università, stimando il fabbisogno complessivo 2010 in circa 1,5 miliardi di euro (689 milioni per la scuola, 815 milioni per l'università). Possibili soluzioni a confronto. Insomma, una situazione esplosiva. Che l'attuale Governo sta affrontando stringendo la cinghia e con tagli pesanti al personale. Solo quest'anno, lasceranno oltre 42mila insegnanti e 15mila Ata. Prossimamente, anche grazie al ritorno dell'anzianità contributiva, andranno in pensione altre 8.500 unità, da aggiungere alla normale quota di pensionamenti ordinari (circa 25/30mila l'anno). Insomma, una riduzione dei costi che sta passando, principalmente, per una diminuzione progressiva del personale. E a pagarne le conseguenze, sono soprattutto, i precari. Oltre che l'offerta didattica. Una soluzione diversa era stata, invece, proposta dal precedente Governo, che, presentando, nel 2007, il "Quaderno Bianco" sulla scuola, aveva preso in considerazione la possibilità di contenere il personale, attraverso una diversa programmazione di medio-lungo periodo degli organici, coinvolgendo le Regioni. Secondo gli scenari prefigurati nel Quaderno, entro il 2011-2012, si sarebbero dovuti reclutare fra 70 e 90mila nuovi insegnanti, contribuendo sostanzialmente a superare il meccanismo delle graduatorie a esaurimento. Inoltre, non ci sarebbero state sforbiciate più o meno barbare e ci sarebbe stata un'importante riallocazione di risorse pubbliche, da smistare verso obiettivi di miglioramento dei livelli di prestazione del servizio. Soluzioni che l'attuale Governo sembra non voler considerare. 14 settembre 2009
Scuola: in 3 anni previsti 87mila docenti in meno di Luigi Illiano Sabato 06 Settembre 2008 Tutte le novità per la scuola e l'università Sondaggio: le novità lanciate dal Ministro Gelmini Da Padoa-Schioppa a Tremonti, il ministero dell'Istruzione continua a essere sorvegliato speciale. L'Economia non si fida dell'Istruzione e con qualche ragione: nel corso di decenni Viale Trastevere ha più volte annunciato tagli che non sono mai stati realizzati. Non solo: si sono moltiplicate le assunzioni. Da qui la scelta di imporre rigorose misure di controllo. Due giorni fa il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha ribadito che saranno tagliati 87mila posti in 3 anni, il 7% della spesa. I numeri dei risparmi da realizzare nel periodo 2009/11 sono nella relazione tecnica alla manovra: il taglio al bilancio – a regime – sarà di 3,2 miliardi di euro. In termini di personale significa 87mila cattedre in meno e una riduzione di 42.500 posti Ata (amministrativi, tecnici, ausiliari). E sull'intera operazione di risparmio pende la scure della "clausola di salvaguardia" meccanismo di controllo imposto alla scuola nella Finanziaria 2007 dall'ex titolare dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa e confermato dall'attuale ministro Giulio Tremonti. È una misura di garanzia che funziona così: i mancati risparmi richiesti dall'Economia all'Istruzione si trasformano in minori finanziamenti. Le conseguenze hanno già colpito: nel 2008 sono stati sottratti 560 milioni di euro alle risorse destinate alle scuole. Nel 2009 la clausola potrebbe costare altri 280 milioni di euro e ulteriori 130 nel 2010. Per limitare le difficoltà provocate dal taglio 2008, Gelmini ha ottenuto dalla manovra 200 milioni. Le leve Per centrare gli obiettivi Viale Trastevere sta elaborando il piano programmatico, previsto dalla manovra. In linea generale le leve di intervento saranno tre: revisione degli ordinamenti scolastici, riformulando orari e indirizzi di studio; riorganizzazione della rete scolastica; razionalizzazione dell'utilizzo di risorse umane attraverso la modifica delle classi di concorso e della formazione degli organici. Le disposizioni di controllo della spesa si basano anche sull'aumento di un punto del rapporto alunni/docenti e la riduzione del 17% dei posti di personale Ata. È presumibile che per il 2009 si agirà prevalentemente sulla formazione delle classi e sul dimensionamento degli istituti scolastici. Un primo intervento potrebbe riguardare l'innalzamento del numero minimo di alunni per formare le classi, portandolo tra 15 e 16 ed elevando a 31-32 alunni la soglia per sdoppiare una classe. Significherebbe la cancellazione delle classi che hanno meno di 16 alunni: quasi 50mila, delle quali oltre 36 mila tra elementari e medie. Una seconda stretta potrà interessare le scuole che sono al di sotto della soglia minima consentita per funzionare come istituzione autonoma. Sono circa 2.600, con meno di 500 alunni. In entrambi i casi l'impatto potrebbe essere fortemente attenuato garantendo classi e scuole nelle aree di montagna e nelle piccole isole. Intervento che determinerebbe un risparmio di posti da dirigenti scolastici e dirigenti amministrativi equivalenti alle scuole colpite. Perché si tratta in gran parte di scuole che non verrebbero chiuse, ma accorpate ad altri istituti. Bilancio e bonus Il bilancio dell'Istruzione presenta un'asincronia rispetto a tutti gli altri del comparto pubblico: l'anno finanziario non coincide con quello scolastico, quindi i calcoli di un anno – ad esempio il 2008 – riguardano gli otto mesi (gennaio/agosto) dell'anno scolastico precedente (2007/08) e i quattro mesi finali (settembre/dicembre) del 2008/09. La stretta prevista in manovra potrà essere attenuata, a condizione che per ciascun anno si riesca a centrare gli obiettivi di risparmio, condizione che farebbe scattare dei bonus. Infatti, "una quota parte delle economie di spesa", pari al 30%, all'incremento delle risorse finanziarie destinate dalla contrattazione "alla valorizzazione e allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola a decorrere dal 2010, con riferimento ai risparmi conseguiti per ciascun anno scolastico". Si tratta di oltre 410 milioni di euro per il 2010, 664 milioni di euro per il 2011 e circa 957 milioni per il 2012. Docenti e Ata Saranno 129.841 i tagli tra cattedre e personale Ata. Nel dettaglio, per il 2009/10 sono previsti 32.105 insegnanti in meno; nel 2010/11 saranno 15.560; nel 2011/2012 la riduzione riguarderà 19.676 posti. A questi vanno aggiunti i 20mila già programmati dalla Finanziaria del Governo Prodi, per un totale che arriva a quota 87.341. Cifre determinate anche dall'aumento di un punto del rapporto alunni/docenti, nel triennio passerà dall'attuale 8,94 a 9,94. Una novità nella gestione degli organici rispetto al tradizionale approccio legato al rapporto alunni/classe. Per il personale Ata, nel periodo 2009-2011 la cancellazione sarà secca: 17% del totale. Con una scansione di 14.167 posti per ognuno dei tre anni, significa 42.500 posti. Le figure più colpite saranno i bidelli, per i quali il colpo di spugna potrebbe arrivare alle 30mila unità.
Scuola, tagli del 17% al personale di Marco Rogari 21 giugno 2008 Centomila insegnanti in meno, tra docenti di ruolo e supplenti, entro il 2011. E riduzione del 17% del personale tecnico e ausiliario (Ata), ovvero bidelli e "amministrativi". È un taglio deciso quello operato dal Governo sulla scuola con il decreto sulla "manovra". Un taglio che garantirà un risparmio di 4,6 miliardi nei prossimi tre anni (circa 450 milioni nel 2009, 1,6 miliardi nel 2010 e 2,5 miliardi nel 2011). Che sale a quasi 8 miliardi considerando i 3,1 di riduzione di spesa "contabilizzati" per il 2012. Con la stretta scatta anche una riduzione delle classi: entro l'anno scolastico 2011-2012 il rapporto alunni/docente dovrà lievitare "gradualmente di un punto". Il 30% dei risparmi complessivamente realizzati sarà comunque utilizzato per aumentare, dal 2010, gli stipendi dei docenti in funzione della loro valorizzazione professionale. Ma il piano di "contenimento della spesa per il pubblico impiego" non riguarda solo la scuola. Gli "statali" con più di 40 anni di contributi non potranno più restare in servizio: saranno messi automaticamente in pensione. Arriva anche un percorso di esodi incentivati, con tanto di bonus. Cinque anni prima dell'età di pensionamento il lavoratore potrà chiedere di essere esonerato dal servizio: se l'amministrazione accetterà (l'ok sarà quasi automatico in caso di esuberi), lo "statale" potrà non recarsi più in ufficio in cambio di uno stipendio mensile ridotto della metà, cumulabile con qualsiasi altro reddito da lavoro. La decurtazione sarà solo del 30% se il lavoratore decidesse di impegnarsi nel settore del volontariato. In ogni caso non verrebbe perso alcun diritto previdenziale: nei cinque anni di interruzione del servizio (ma non del rapporto di lavoro) verrebbe garantita la contribuzione figurativa necessaria a mantenere la pensione invariata al momento del raggiungimento dell'effettiva età di uscita dal lavoro. Questo meccanismo riguarderà tutti i comparti pubblici, scuola esclusa. Scatta anche l'irrigidimento del blocco del turn over: dal 2009 ogni 10 uscite potranno scattare un'assunzione e una regolarizzazione di personale precario. Un dispositivo molto più selettivo dei tre ingressi su cinque "cessazioni" previsto dalla Finanziaria Prodi. Tutte le strutture pubbliche entro il 31 dicembre 2008 saranno obbligate a rideterminare la programmazione triennale del fabbisogno di personale tenendo conto dei vincoli di riduzione di spesa e di organico fissati dalla manovra triennale targata Tremonti. Il piano per frenare la corsa della spesa nel pubblico impiego, elaborato dal ministro Renato Brunetta in collaborazione con il Tesoro, tocca anche le Forze armate, che vedono ridotti del 7% per il 2009 e del 40% per il 2010 gli stanziamenti per il personale, con un risparmio che, sempre dal 2010, non dovrà essere inferiore ai 300 milioni. Scrematura anche per gli organici delle Authority. Che dovranno elaborare, entro 45 giorni dall'entrata in vigore del decreto, piani ad hoc per rivedere "al ribasso" "le proprie politiche in materia di personale". E che, in questo periodo di tempo, non potranno procedere ad alcuna assunzione. Tornando al settore pubblico nel suo complesso, con il decreto si trasformano in triennali gli scatti di anzianità (fin qui biennali) per diversi "profili": dagli ufficiali delle forze armate ai professori universitari. Giro di vite anche sulla contrattazione integrativa: le risorse "determinate per il 2007" per gli "incentivi" alle Agenzie fiscali e al Tesoro vengono ridotte del 10%. Dal 2009, poi, dovranno essere "congelati", in attesa della definizione della riforma dei contratti, gli stanziamenti aggiuntivi da destinare "all'integrativa". E, soprattutto, verranno tagliate del 10% le risorse destinate a incentivi e promozioni nelle Pa centrali, negli enti previdenziali e di ricerca. La scure cala anche sugli organismi collegiali e i cosiddetti uffici doppione. Un antipasto del piano Calderoli per potare gli enti inutili, che prevede l'immediata eliminazione di quelli con meno di 50 dipendenti e che andrà a regime prima della fine dell'anno. Tra le strutture doppione più grandi salteranno subito il Commissario anticorruzione nella pubblica amministrazione, il Commissario per la lotta alla contraffazione e la "Commissione per l'inquadramento del personale già dipendente da organismi militari operanti nel territorio nazionale nell'ambito della Comunità Atlantica". Intanto, entra nel vivo la partita sui contratti e sulla riforma del pubblico impiego. Con tanto di prove di dialogo tra Brunetta e i sindacati. Sui rinnovi contrattuali il ministro, intervenendo (anche tra gli applausi) alla terza conferenza di organizzazione della Uil-Pa, afferma che il tavolo si aprirà a luglio e che le risorse verranno trovate a patto che sindacati appoggino la riforma. E rivolto alla platea di "statali" dice ironicamente: "Vorrei accarezzarvi il contropelo". Il leader della Uil, Luigi Angeletti, replica conciliante: "Accettiamo la sfida".
Regione per regione la mappa della spesa per scuola, sanità e sicurezza di Claudio Tucci commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 8 febbraio 2010 "Dai nostri archivi" Ragioneria dello Stato: sui servizi essenziali troppe differenze tra Nord e Sud Scuola, nel 2010 arrivano i primi risparmi Dai dati della Ragioneria generale dello stato emerge un quadro di forti differenze territoriali nella spesa procapite che le regioni sostengono per garantire ai cittadini alcuni servizi essenziali. Alla maggiore quantità dei costi,, però, non sempre corrisponde un analogo livello di qualità Un bambino alle elementari in Calabria costa 394 euro, nel Lazio 260 euro, in Lombardia 226, in Veneto, 240. La Campania spende per l'ordine pubblico 266 euro ad abitante, l'Emilia Romagna 171, la Sardegna 284, la Toscana 214. Costi molto diversi anche sul fronte dei servizi sanitari: Puglia, Marche, Piemonte, spendono, dai 30 ai 51 euro ad abitante, mentre, in Sicilia e nel Lazio, le spese pro capite salgono rispettivamente a 439 e 384 euro. E' una mappa molto variegata quella tracciata dalla Ragioneria generale dello stato che ha anticipato i dati sulla distribuzione territoriale della spesa statale nel 2008. Sotto la lente dei tecnici della Ragioneria sono finiti circa 524 miliardi (di cui 249 "regionalizzati", cioè, distribuiti, regione per regione), calcolati su tutti i pagamenti effettuati dall'Erario, anche attraverso risorse comunitarie, per spese correnti e in conto capitale. Complessivamente, scorrendo le 310 pagine dello studio, emerge al primo posto per finanziamenti statali ricevuti il Lazio, con oltre 34 miliardi, seguito da Lombardia, quasi 31 miliardi, Sicilia, 27,3 miliardi e Campania, 22,7. Fanalino di coda la Valle d'Aosta, con poco più di un milione e mezzo di euro. Ma se si guarda la spesa non i valore assoluto ma per abitante e in funzione al prodotto interno lordo, si scopre il "ribaltone" e si vede che a esser più fortunati sono i residenti nelle regioni autonome, rispetto a quelli delle regioni a statuto ordinario. Facendo un esempio, Valle D'Aosta e Trentino-Alto Adige spendono, pro capite, rispettivamente, 12.171 e 10.862 euro, circa 3-4 volte in più, che in Veneto o Lombardia, dove la spesa pubblica si ferma a 3.089 e a 3.192 euro. Stesso risultato, se si considera la spesa sul Pil: tutte e 5 le regioni a statuto speciale, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta, primeggiano la speciale classifica, attestando la propria spesa tra il 20% e il 35% di Pil, contro il 9,4% della Lombardia, il 12% del Piemonte, il 15,2% della Liguria. Senza scordare, peraltro, che buona parte di queste risorse se ne vanno in spese correnti (in particolar modo, per pagare stipendi), lasciando, quindi, agli investimenti effettivi, davvero poche briciole.
Il federalismo fiscale "soluzione fisiologica" "È la dimostrazione - spiega al Sole24Ore.com, Fabrizio Pezzani, ordinario di programmazione e controllo alla Bocconi - che i soldi pubblici sono ancora spesi secondo logiche di welfare mascherato per tenere bassi i conflitti sociali, e non invece come stimolo per crescita e produttività". Secondo Pezzani il federalismo fiscale rappresenta "la soluzione fisiologica per il bene del Paese" a patto, però, che "si punti su responsabilizzazione diretta degli amministratori e controlli reali sulla destinazione finale delle risorse". A completare il quadro non esaltante c'è la constatazione che alla quantità di risorse spese non corrisponde necessariamente la qualità dei risultati, come sottolinea la Ragioneria. Emblematico è il caso dell'Istruzione, dove tutte e 5 le principali regioni meridionali, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna, spendono di più rispetto alle medie nazionali senza ottenere significativi miglioramenti su dispersione e competenze scolastiche. Anzi. Alle elementari, l'Invalsi ci ricorda un gap negli apprendimenti rispetto ai bambini del Centro-Nord, di diversi punti percentuali, soprattutto in italiano. E sempre al Sud, sottolineano gli ultimi studi Isfol e Censis, la dispersione scolastica raggiunge picchi fino a oltre il 20% e apprendistato e offerta formativa professionale sono, letteralmente, al lumicino. La spesa statale regionalizzata8 febbraio 2010
2010-02-06 Parere commissione cultura sui licei Parere commissione cultura sugli istituti tecnici Parere commissione cultura sugli istituti professionali Parere del Senato sui lice Parere del Senato sugli istituti tecnici Parere del Senato sugli istitui professionaliRiforma dell'istruzione, riordino con posti a rischio di Gianni Trovati 8 febbraio 2010 Riforma dell'istruzione. Nella foto: alunni durante una lezione a scuola "Dai nostri archivi" Via libera alla riforma delle scuole superiori Scuola: primo sì parlamentare alla riforma delle superiori Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori In settimana il via libera alla riforma delle superiori Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini Una riforma per innovare, ma anche per alleggerire organici e costi di una macchina scolastica accusata di inefficienza. Tra rivisitazione degli ordinamenti, riduzione degli orari e tagli delle compresenze, le scuole superiori mettono sul piatto anni 15.300 dei 45.300 posti che gli organici della scuola perderanno per strada nei prossimi tre anni. I primi 27mila (11.300 alle superiori) se ne andranno a settembre; il resto verrà dai primi due cicli di istruzione (con la rimodulazione di orari e tempo pieno) e dall'accorpamento delle classi, imposto a tutti gli ordini dalla manovra dell'estate 2008. Quando tutti questi provvedimenti concentrici andranno a regime sarà l'autunno del 2014, le forze in campo per l'avvio del nuovo anno scolastico conteranno in tutto 88.538 cattedre e 700 scrivanie da dirigente in meno rispetto a oggi, e saranno anche più leggere (1.838 posti in meno) rispetto agli obiettivi definiti dal governo nell'estate di due anni fa. La realtà, poi, potrebbe aggiungere qualche limatura ulteriore, perché i numeri calcolati dai tecnici dell'esecutivo in occasione della nuova riforma partono dal presupposto che il numero di iscrizioni a scuola rimanga costante: una stima giudicata piuttosto ottimista dalle stesse relazioni tecniche. Tradotti in euro, i meccanismi introdotti dalla riforma degli ordinamenti porteranno a risparmiare in tre anni quasi 330 milioni di euro di stipendi: il contributo più generoso sarà quello offerto dall'istruzione tecnica (83 milioni il primo anno, 180 il terzo), seguito da quello di licei (85 milioni dopo tre anni) e dall'istruzione professionale (61 milioni). Con il nuovo organico alleggerito, le scuole dovranno anche far funzionare la quota di orario "autonomo" loro assegnato (in media il 20% al primo anno, in crescita fino al 35% nel corso dei curricula) e gli insegnamenti opzionali consentiti dai vari ordinamenti riformati. Come accennato, la dieta prescritta alla scuola è composta da diversi piatti, ma il più immediato è la sforbiciata a orari che le sperimentazioni avviate negli ultimi anni hanno gonfiato in modo spesso potente. Il liceo linguistico, per esempio, secondo i calcoli ministeriali prevede oggi in media tabelle del primo anno da 36 ore, mentre le magistrali quinquennali che trovano il loro erede nel nuovo liceo delle "scienze umane" tengono oggi sui banchi i propri studenti delle prime classi per 35 ore alla settimana. Dall'anno prossimo, chi si iscrive a questi licei (e anche al classico e allo scientifico) dovrà fare tutto in 27 ore alla settimana. Il taglio dei tempi entrerà in azione anche all'artistico, che al primo anno passerà dalle 38 ore di media attuali a 34. Più articolata la situazione agli istituti tecnici e professionali, dove la rivoluzione di ordinamenti e indirizzi è più profonda; la parola d'ordine rimane la stessa ma le declinazioni cambiano. Gli istituti tecnici, per esempio, oggi arrivano in qualche caso a superare le 35 ore di media, e dovranno scendere a 32, ma per pochi indirizzi in area meccanica ed elettronica la nuova asticella offre 2 ore in più rispetto alle 30 di media attuali. Ai professionali, invece, il tetto delle 32 ore presuppone un taglio drastico, e nel caso degli istituti alberghieri dovrebbe far perdere addirittura 10 ore rispetto ai programmi attuali. Nei professionali il tetto d'orario si estende da subito al secondo e terzo anno, che dal 2010/2011 dovranno fermarsi rispettivamente a 32 e 34 ore.
Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini di Claudio Tucci Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 15 gennaio 2010 Slittano di un mese le iscrizioni alle scuole superiori Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori I pareri espressi dal Consiglio di Stato DOCUMENTI / Le circolari e i modelli per le iscrizioni "Dai nostri archivi" Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma Via libera alla riforma delle scuole superiori Riforma scuole superiori: disco verde dal Senato Slittano di un mese le iscrizioni alle scuole superiori Da 400 indirizzi sperimentali, oggi esistenti, a soli 6 licei. Da 10 settori e 39 indirizzi di istituti tecnici, si passerà ad appena 2 settori e 11 indirizzi. Mentre i 5 settori e 27 indirizzi dei professionali saranno asciugati in 2 macro-settori, a cui corrisponderanno 6 indirizzi. Si può partire da questi numeri per iniziare a capire cosa attenderà i circa 500mila ragazzi di terza media, che dal prossimo 1° settembre, metteranno piede nei nuovi istituti superiori, targati Gelmini. Accanto a questa cura dimagrante, ci sarà spazio, anche, per l'inglese potenziato, un rapporto più stretto tra scuola e mondo del lavoro (a oggi, ci ricordano gli ultimi dati Excelsior, alle aziende mancano 54mila diplomati tecnico-professionali) e una sferzata a tutto campo sulle nuove tecnologie. In attesa del via libera definitivo ai 3 regolamenti di riordino di licei, istituti tecnici e professionali, previsto per i prossimi giorni, abbiamo cercato di sintetizzare le principali innovazioni che interesseranno le superiori, in questo agile vademecum. Informazioni a studenti e famiglie. Gli istituti, nelle prossime settimane, dovranno essere in grado di fornire ai ragazzi di terza media e alle loro famiglie informazioni più dettagliate relative all'intero nuovo scenario del secondo ciclo. Il rischio, sottolineato da più parti, sindacati in testa, è che, con i regolamenti ancora non definitivi e le iscrizioni posticipate a fine marzo, il tempo per far conoscere le novità in arrivo da settembre sia troppo poco, con la conseguenza che molte scelte saranno affidate al caso. Iscrizioni: le date da rispettare. Arriva il doppio canale per le iscrizioni dei ragazzi a scuola. Alle superiori, mamma e papà avranno tempo dal 26 febbraio al 26 marzo. Mentre, ci potrà iscrivere alle scuole dell'infanzia, elementari e medie fino al 27 febbraio. Il mese in più di tempo per l'iscrizione alle scuole superiori è stato stabilito per consentire un'adeguata informazione alle famiglie sui nuovi indirizzi di studio, in arrivo con l'approvazione definitiva dei 3 regolamenti di riordino della scuola secondaria di secondo grado. Istituti tecnici: al via i settori economico e tecnologico. I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico (che si scompone in 2 indirizzi, amministrativo, finanza e marketing e turismo) e tecnologico (che avrà 9 indirizzi) e godranno di un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Ci sarà un primo biennio, dedicato all'acquisizione di saperi e competenze di base e un successivo triennio, in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni. Il quinto anno si conclude con l'esame di Stato. A livello di didattica, il regolamento di riordino, prevede un potenziamento dell'inglese, delle ore di laboratorio e una maggiore autonomia e flessibilità dell'offerta formativa. I nuovi istituti tecnici saranno caratterizzati da un'area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo, che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le regioni e le parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo, possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche etc.). Licei: arrivano i nuovi indirizzi artistico e delle scienze umane. Ci sarà un liceo scientifico tecnologico, dove non è previsto lo studio del latino, mentre il liceo delle scienze umane (ex magistrale) avrà un indirizzo giuridico economico, anch'esso senza latino. Al classico, sarà introdotto l'insegnamento della lingua straniera per l'intero quinquennio. Il liceo linguistico, invece, prevederà l'insegnamento di 3 lingue straniere. Dalla terza classe, un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta, pure, un secondo insegnamento. Tra le new entry ci saranno il liceo musicale e coreutico, articolato nelle 2 sezioni musicale coreutica, e il liceo delle scienze umane, che prenderà il posto del liceo socio-psicopedagogico. In tutti i corsi di studio ci sarà una riduzione dell'orario scolastico: 27 ore settimanali nel primo biennio del liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane; 32 ore nel liceo musicale e coreutico; 34 ore nei licei artistici, che prenderanno il posto degli attuali istituti d'arte; 32 ore settimanali negli istituti tecnici e professionali. Attualmente, grazie anche alle sperimentazioni, l'orario settimanale di quasi tutti gli indirizzi di studio oscilla fra le 32 e le 36 ore settimanali. A livello gestionale, infine, dipartimenti disciplinari e comitato scientifico, costituiranno le nuove articolazioni del collegio docenti, senza, però, sottolinea il regolamento, "ledere la sovranità del collegio docenti stesso". Per chi è già iscritto alle superiori. Il restyling dovrebbe coinvolgere anche molti ragazzi che, ora, frequentano la scuola superiore. In particolare, lo schema di regolamento di riforma degli istituti professionali stabilisce che le novità si applicano da subito solo alle classi iniziali ma che, contestualmente, sarà ridotto l'orario delle lezioni delle classi seconde e terze, non coinvolte nella riforma. È, però, evidente che la riduzione del tempo-scuola comporterà il taglio orario di qualche disciplina, ancora da individuare, oppure l'eliminazione di qualche materia. Ma anche in questo caso non ci sono indicazioni precise. Prime e seconde classi coinvolte da settembre, invece, secondo il regolamento degli istituti tecnici, ma la riduzione d'orario riguarderà anche le terze e persino le quarte. Anche qui sono tutte da inventare le modalità di passaggio al nuovo assetto: l'orario "slim" per alcune materie è tuttavia l'ipotesi più probabile. Il regolamento di riordino dei licei, infine, prevede che vengano coinvolte nella riforma le prime e le seconde classi funzionanti nel 2010-2011, lasciando però immutati gli orari del triennio. Professionali: più spazio ai servizi e all'industria e artigianato. Gli istituti professionali si articoleranno in 2 macrosettori: istituti professionali per il settore dei servizi e istituti professionali per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori, corrispondono 6 indirizzi. Come per gli istituti tecnici, anche qui, il percorso è articolato in 2 bienni, e un quinto anno, con l'esame finale. Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Avranno, poi, maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare, gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta. Gli istituti potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il ministero dell'Istruzione. Anche nei nuovi professionali, sono previste più ore in laboratorio, oltre a stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro, soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno. Si inizia dal primo anno. Si inizia solo dal primo anno? Al momento, sembra l'ipotesi più plausibile. Anche perché tutti i pareri, al momento, acquisiti dal Governo (nell'ordine, Consiglio nazionale della pubblica istruzione, Conferenza unificata, Consiglio di Stato), oltre il dibattito che sta accompagnando la riforma, è stato unanimamente chiesto di partire solo con le prime classi e di lasciar continuare tutte le altre secondo il vecchio ordinamento, per evitare il cambio di binario in corsa ai ragazzi che hanno già cominciato il percorso di studi. Al momento dell'approvazione definitiva della riforma da parte del Consiglio dei ministri si saprà se la richiesta verrà accolta, anche se tutti i segnali da Viale Trastevere vanno già in questa direzione. È bene, comunque, evidenziare che il riordino soltanto nelle prime classi significherebbe, per Palazzo Chigi, rinunciare ai risparmi attesi dalle riduzioni d'orario introdotte dalla riforma. E, quindi, a parte dei soldi, da girare per la valorizzazione del merito del personale della scuola. 15 gennaio 2010
Via libera alla riforma delle scuole superiori commenti - 29 | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 4 febbraio 2010 Via libera alla riforma delle scuole superiori "Dai nostri archivi" Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori Licei, sulla riforma è scontro. Il Pd: "L'insegnamento diventa classista" Riforma dell'istruzione, riordino con posti a rischio Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Sono stati approvati i 3 decreti presidenziali che riordinano licei, istituti tecnici e professionali. È una "riforma epocale", ha detto il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che "non ha impronta ideologica, che non è viziata da pregiudizi di sorta". Una riforma necessaria per il premier Silvio Berlusconi, perché "la scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". Si partirà dalle prime classi, ma ci saranno meno indirizzi e meno ore, per assicurare, comunque, i tagli di spesa previsti dalla manovra 2008. Dal prossimo primo settembre, prenderanno il via le nuove superiori targate Gelmini. I licei diventeranno 6: classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane, questi ultimi 2 vere novità. All'ultimo anno, si potrà studiare una materia in inglese o in una seconda lingua comunitaria. Nei tecnici, ci saranno 2 ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi, con meno ore da passare tra i banchi e più laboratori. Nei professionali (due settori per un totale di sei indirizzi) saranno rafforzate le materie specifiche del corso di studi e ci sarà una maggiore flessibilità dell'offerta formativa. Chiaro l'obiettivo di stringere legami più forti con il mondo delle imprese, a cui mancano circa 54mila diplomati tecnici-professionali. La riforma è stata corretta, in corsa, in base alle richieste avanzate dalle commissioni parlamentari di Camera e Senato, dal Consiglio di stato e dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione. Viale Trastevere ha, comunque, giocato d'anticipo, posticipando di un mese le iscrizioni alle superiori (fino al 26 marzo prossimo), proprio per consentire a famiglie, studenti, addetti ai lavori, la più ampia attività di informazione e orientamento sulla riorganizzazione dell'intero settore, che ha visto l'eliminazione degli oltre 396 indirizzi sperimentali. Si comincerà, piano: dalle sole prime classe. Ma il ministero dovrà comunque effettuare i tagli imposti dalla legge 133 del 2008. Perciò nei tecnici e nei professionali, già dal prossimo anno seconde, terze e quarte avranno un taglio dell'orario: da 36 a 32 ore. Gli studenti coinvolti dal taglio di ore avranno una rimodulazione del percorso di studi. Nei licei, invece, è stata rafforzata l'area scientifica con 66 ore annue nel biennio. Quanto alle polemiche sulla geografia, nei tecnici viene ripristinata, negli indirizzi liceali sarà comunque accorpata a storia. Sul fronte, invece, della "governance" scolastica, si accolgono le osservazioni di Palazzo Spada: dipartimenti e comitati tecnico-scientifici sono "derubricati" al rango di mere opportunità. Niente di fatto, invece, sul fronte dei regolamenti attuativi della riforma: Parlamento e giudici amministrativi volevano fossero adottati con atti a contenuto normativo, mentre saranno solo "linee guida". Dal Senato, arrivano, poi, novità sul fronte salva-precari. Ieri, il Governo ha presentato un emendamento, al milleproroghe, per estendere, anche, al prossimo anno scolastico (2010/2011) gli effetti del decreto, approvato in autunno, che, come si sa, garantisce uno stipendio (sotto forma di indennità di disoccupazione) a docenti e personale amministrativo rimasto senza supplenze per via dei tagli al personale della scuola. Lo speciale "paracadute", che ha visto chiudere le domande di inserimento nelle liste prioritarie lo scorso 14 gennaio, secondo recenti dati diffusi, nei giorni scorsi, dalla Uil Scuola, ha interessato, quest'anno, circa 21mila precari: per l'esattezza, 16.543 docenti e 4.529 Ata. Discreta, anche la com-partecipazione regionale: hanno messo sul piatto circa 150 milioni, che saranno investiti per utilizzare questi lavoratori in progetti di utilità sociale e formativi. (Claudio Tucci)
Riforma della scuola: ecco cosa pensano i docenti di Massimo Donaddio commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 4 febbraio 2010 "Dai nostri archivi" DORSI REGIONALI / Al Nord la rivincita delle scuole tecniche Prof in catene e sit-in: riparte la protesta contro i tagli nella scuola Nella scuola più che i fondi manca la concorrenza E scoppia la web-corsa alle competenze Scuola, aumentano i bocciati L'Ocse critica costi e insegnanti Preoccupazione, frustrazione, qualche timida apertura, dubbi, perplessità. È variegato lo spettro di sensazioni che si possono raccogliere ascoltando gli insegnanti commentare il riordino dei cicli scolastici varato oggi dal Consiglio dei ministri. Da Nord a Sud, dai licei agli istituti tecnici, i docenti cercano di saperne di più su quello che sarà il destino della scuola nel prossimo futuro, ma si comprende che un'opinione se la sono fatta, e non da adesso. Chiaramente le esigenze delle scuole variano anche a seconda del contesto sociale ed economico nel quale sono collocate, come nel caso dell'istituto tecnico industriale "Scalfaro" di Catanzaro, dove il vicepreside Luigi Rodomonteinsiste molto sull'importanza delle attività di laboratorio, effettivamente potenziate dall'attuale riforma. "Condivido l'obiettivo di fare il più possibile per i laboratori, senza dimenticare la necessità per noi urgente di potenziare il rapporto con l'industria, che in Calabria è minimo". È proprio la difficoltà di trovare legami significativi con le imprese il nodo della questione, secondo il professore: "Le realtà industriali calabresi sono assolutamente insufficienti per dare uno sbocco professionale e lavorativo ai nostri ragazzi, che sono lasciati sempre più soli, anche dallo Stato. Gli investimenti dell'industria nella formazione sono troppo scarsi". Rodomonte chiede un aiuto concreto da parte delle istituzioni politiche, dalle Regioni in particolare, sottolineando come qualsiasi riforma deve essere verificata non sulla carta, ma alla prova dei fatti. Giudizio condiviso anche dalla da un'altra docente del mondo degli istituti tecnici, la professoressa Anna Gatti dell'istituto Pirelli di Roma, molto attiva nel campo della formazione e della didattica. Soddisfatta dal potenziamento delle attività di laboratorio, non sottovaluta nemmeno la riduzione dell'orario scolastico (da 36 a 32 ore), che consentirebbe a studenti e docenti di avere il sabato libero. Una sperimentazione tra l'altro già attuata nell'istituto romano, che ora potrà concentrarsi sulla riforma del triennio. Resta il nodo del personale, però: "I laboratori possono essere rilanciati con il congruo numero di assistenti tecnici, che per ora scarseggiano e sui quali non c'è ancora nulla di concreto", spiega la professoressa. Un altro nodo da sciogliere riguarda i contenuti, preoccupazione trasversale a tutti gli insegnanti e tutti gli istituti: dopo il quadro esterno delle riforma, è necessario passare a vedere cosa c'è all'interno dei programmi scolastici, per modularli meglio. Resta ancora da verificare il rapporto tra scuola e mondo delle imprese, soprattutto per quanto riguarda gli stage: qui il dubbio - confessa la professoressa Gatti - è sulla possibilità che si creino opportunità di serie A e di serie B, in base alle conoscenze personali dei presidi. Fortemente critica sul metodo e sul merito della riforma Maria Teresa Bodini, docente di greco al liceo classico Berchet di Milano, secondo la quale "la riforma vera deve essere quella degli insegnanti, da cui passa la vera qualità della scuola. Se non si torna a valorizzare e motivare gli insegnanti, attaccati e delegittimati per troppo tempo, non ci sarà vera riforma e qualità per la scuola, si rischia di cucire solo delle toppe sopra un vestito già liso". Positiva, per un'insegnante di esperienza come la professoressa Bodini (docente nei licei classici dal 1973) l'eliminazione di una moltitudine di indirizzi che "hanno reso la scuola confusa e frammentaria", anche se il senso di un investimento per la cultura come risorsa per il futuro sembra mancare nella riforma prospettata dal governo. "Destra e sinistra non hanno investito sulla formazione - continua Bodini - e la sensazione è che questa riforma sia stata attuata soprattutto per motivi economici e di bilancio". Favorevole al riordino degli indirizzi scolastici, ma interessato soprattutto al tema dei programmi di studio si mostra Giovanni Pacchiano, saggista e critico letterario del Sole 24 Ore, ma per lunghi anni docente nei licei milanesi (Parini e Carducci). "Giudico positiva una riduzione della polverizzazione delle sperimentazioni, ma trovo anche negativa la riduzione delle ore a scuola. Nella mia idea di scuola nulla può sostituire le ore di lezione e di apprendimento in classe. Anzi, fosse per me le aumenterei certamente, sul modello delle scuole coreane. Ridurre i saperi mi sembra pericoloso: i ragazzi sanno troppo poco quando escono da scuola per andare all'università". Certo la scuola deve saper interessare di più gli studenti: "I nostri ragazzi si sono disabituati a leggere, ma se non li aiuta la scuola, chi potrà farlo?". 4 febbraio 2010
2010-02-04 Via libera alla riforma delle scuole superiori di Claudio Tucci 4 febbraio 2010 Via libera alla riforma delle scuole superiori "Dai nostri archivi" DOCUMENTI / Tutti i pareri parlamentari sulla riforma Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori Licei, sulla riforma è scontro. Il Pd: "L'insegnamento diventa classista" Riforma scuole superiori: disco verde dal Senato Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Sono stati approvati i 3 decreti presidenziali che riordinano licei, istituti tecnici e professionali. È una "riforma epocale", ha detto il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che "non ha impronta ideologica, che non è viziata da pregiudizi di sorta". Una riforma necessaria per il premier Silvio Berlusconi, perché "la scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". Si partirà dalle prime classi, ma ci saranno meno indirizzi e meno ore, per assicurare, comunque, i tagli di spesa previsti dalla manovra 2008. Dal prossimo primo settembre, prenderanno il via le nuove superiori targate Gelmini. I licei diventeranno 6: classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane, questi ultimi 2 vere novità. All'ultimo anno, si potrà studiare una materia in inglese o in una seconda lingua comunitaria. Nei tecnici, ci saranno 2 ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi, con meno ore da passare tra i banchi e più laboratori. Nei professionali (due settori per un totale di sei indirizzi) saranno rafforzate le materie specifiche del corso di studi e ci sarà una maggiore flessibilità dell'offerta formativa. Chiaro l'obiettivo di stringere legami più forti con il mondo delle imprese, a cui mancano circa 54mila diplomati tecnici-professionali. La riforma è stata corretta, in corsa, in base alle richieste avanzate dalle commissioni parlamentari di Camera e Senato, dal Consiglio di stato e dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione. Viale Trastevere ha, comunque, giocato d'anticipo, posticipando di un mese le iscrizioni alle superiori (fino al 26 marzo prossimo), proprio per consentire a famiglie, studenti, addetti ai lavori, la più ampia attività di informazione e orientamento sulla riorganizzazione dell'intero settore, che ha visto l'eliminazione degli oltre 396 indirizzi sperimentali. Si comincerà, piano: dalle sole prime classe. Ma il ministero dovrà comunque effettuare i tagli imposti dalla legge 133 del 2008. Perciò nei tecnici e nei professionali, già dal prossimo anno seconde, terze e quarte avranno un taglio dell'orario: da 36 a 32 ore. Gli studenti coinvolti dal taglio di ore avranno una rimodulazione del percorso di studi. Nei licei, invece, è stata rafforzata l'area scientifica con 66 ore annue nel biennio. Quanto alle polemiche sulla geografia, nei tecnici viene ripristinata, negli indirizzi liceali sarà comunque accorpata a storia. Sul fronte, invece, della "governance" scolastica, si accolgono le osservazioni di Palazzo Spada: dipartimenti e comitati tecnico-scientifici sono "derubricati" al rango di mere opportunità. Niente di fatto, invece, sul fronte dei regolamenti attuativi della riforma: Parlamento e giudici amministrativi volevano fossero adottati con atti a contenuto normativo, mentre saranno solo "linee guida". Dal Senato, arrivano, poi, novità sul fronte salva-precari. Ieri, il Governo ha presentato un emendamento, al milleproroghe, per estendere, anche, al prossimo anno scolastico (2010/2011) gli effetti del decreto, approvato in autunno, che, come si sa, garantisce uno stipendio (sotto forma di indennità di disoccupazione) a docenti e personale amministrativo rimasto senza supplenze per via dei tagli al personale della scuola. Lo speciale "paracadute", che ha visto chiudere le domande di inserimento nelle liste prioritarie lo scorso 14 gennaio, secondo recenti dati diffusi, nei giorni scorsi, dalla Uil Scuola, ha interessato, quest'anno, circa 21mila precari: per l'esattezza, 16.543 docenti e 4.529 Ata. Discreta, anche la com-partecipazione regionale: hanno messo sul piatto circa 150 milioni, che saranno investiti per utilizzare questi lavoratori in progetti di utilità sociale e formativi.
Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini di Claudio Tucci 15 gennaio 2010 Slittano di un mese le iscrizioni alle scuole superiori Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori I pareri espressi dal Consiglio di Stato DOCUMENTI / Le circolari e i modelli per le iscrizioni "Dai nostri archivi" Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma In 500mila al debutto nella nuova scuola Riforma scuole superiori: disco verde dal Senato Scuola: primo sì parlamentare alla riforma delle superiori Da 400 indirizzi sperimentali, oggi esistenti, a soli 6 licei. Da 10 settori e 39 indirizzi di istituti tecnici, si passerà ad appena 2 settori e 11 indirizzi. Mentre i 5 settori e 27 indirizzi dei professionali saranno asciugati in 2 macro-settori, a cui corrisponderanno 6 indirizzi. Si può partire da questi numeri per iniziare a capire cosa attenderà i circa 500mila ragazzi di terza media, che dal prossimo 1° settembre, metteranno piede nei nuovi istituti superiori, targati Gelmini. Accanto a questa cura dimagrante, ci sarà spazio, anche, per l'inglese potenziato, un rapporto più stretto tra scuola e mondo del lavoro (a oggi, ci ricordano gli ultimi dati Excelsior, alle aziende mancano 54mila diplomati tecnico-professionali) e una sferzata a tutto campo sulle nuove tecnologie. In attesa del via libera definitivo ai 3 regolamenti di riordino di licei, istituti tecnici e professionali, previsto per i prossimi giorni, abbiamo cercato di sintetizzare le principali innovazioni che interesseranno le superiori, in questo agile vademecum. Informazioni a studenti e famiglie. Gli istituti, nelle prossime settimane, dovranno essere in grado di fornire ai ragazzi di terza media e alle loro famiglie informazioni più dettagliate relative all'intero nuovo scenario del secondo ciclo. Il rischio, sottolineato da più parti, sindacati in testa, è che, con i regolamenti ancora non definitivi e le iscrizioni posticipate a fine marzo, il tempo per far conoscere le novità in arrivo da settembre sia troppo poco, con la conseguenza che molte scelte saranno affidate al caso. Iscrizioni: le date da rispettare. Arriva il doppio canale per le iscrizioni dei ragazzi a scuola. Alle superiori, mamma e papà avranno tempo dal 26 febbraio al 26 marzo. Mentre, ci potrà iscrivere alle scuole dell'infanzia, elementari e medie fino al 27 febbraio. Il mese in più di tempo per l'iscrizione alle scuole superiori è stato stabilito per consentire un'adeguata informazione alle famiglie sui nuovi indirizzi di studio, in arrivo con l'approvazione definitiva dei 3 regolamenti di riordino della scuola secondaria di secondo grado. Istituti tecnici: al via i settori economico e tecnologico. I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico (che si scompone in 2 indirizzi, amministrativo, finanza e marketing e turismo) e tecnologico (che avrà 9 indirizzi) e godranno di un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Ci sarà un primo biennio, dedicato all'acquisizione di saperi e competenze di base e un successivo triennio, in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni. Il quinto anno si conclude con l'esame di Stato. A livello di didattica, il regolamento di riordino, prevede un potenziamento dell'inglese, delle ore di laboratorio e una maggiore autonomia e flessibilità dell'offerta formativa. I nuovi istituti tecnici saranno caratterizzati da un'area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo, che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le regioni e le parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo, possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche etc.). Licei: arrivano i nuovi indirizzi artistico e delle scienze umane. Ci sarà un liceo scientifico tecnologico, dove non è previsto lo studio del latino, mentre il liceo delle scienze umane (ex magistrale) avrà un indirizzo giuridico economico, anch'esso senza latino. Al classico, sarà introdotto l'insegnamento della lingua straniera per l'intero quinquennio. Il liceo linguistico, invece, prevederà l'insegnamento di 3 lingue straniere. Dalla terza classe, un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta, pure, un secondo insegnamento. Tra le new entry ci saranno il liceo musicale e coreutico, articolato nelle 2 sezioni musicale coreutica, e il liceo delle scienze umane, che prenderà il posto del liceo socio-psicopedagogico. In tutti i corsi di studio ci sarà una riduzione dell'orario scolastico: 27 ore settimanali nel primo biennio del liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane; 32 ore nel liceo musicale e coreutico; 34 ore nei licei artistici, che prenderanno il posto degli attuali istituti d'arte; 32 ore settimanali negli istituti tecnici e professionali. Attualmente, grazie anche alle sperimentazioni, l'orario settimanale di quasi tutti gli indirizzi di studio oscilla fra le 32 e le 36 ore settimanali. A livello gestionale, infine, dipartimenti disciplinari e comitato scientifico, costituiranno le nuove articolazioni del collegio docenti, senza, però, sottolinea il regolamento, "ledere la sovranità del collegio docenti stesso". Per chi è già iscritto alle superiori. Il restyling dovrebbe coinvolgere anche molti ragazzi che, ora, frequentano la scuola superiore. In particolare, lo schema di regolamento di riforma degli istituti professionali stabilisce che le novità si applicano da subito solo alle classi iniziali ma che, contestualmente, sarà ridotto l'orario delle lezioni delle classi seconde e terze, non coinvolte nella riforma. È, però, evidente che la riduzione del tempo-scuola comporterà il taglio orario di qualche disciplina, ancora da individuare, oppure l'eliminazione di qualche materia. Ma anche in questo caso non ci sono indicazioni precise. Prime e seconde classi coinvolte da settembre, invece, secondo il regolamento degli istituti tecnici, ma la riduzione d'orario riguarderà anche le terze e persino le quarte. Anche qui sono tutte da inventare le modalità di passaggio al nuovo assetto: l'orario "slim" per alcune materie è tuttavia l'ipotesi più probabile. Il regolamento di riordino dei licei, infine, prevede che vengano coinvolte nella riforma le prime e le seconde classi funzionanti nel 2010-2011, lasciando però immutati gli orari del triennio. Professionali: più spazio ai servizi e all'industria e artigianato. Gli istituti professionali si articoleranno in 2 macrosettori: istituti professionali per il settore dei servizi e istituti professionali per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori, corrispondono 6 indirizzi. Come per gli istituti tecnici, anche qui, il percorso è articolato in 2 bienni, e un quinto anno, con l'esame finale. Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Avranno, poi, maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare, gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta. Gli istituti potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il ministero dell'Istruzione. Anche nei nuovi professionali, sono previste più ore in laboratorio, oltre a stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro, soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno. Si inizia dal primo anno. Si inizia solo dal primo anno? Al momento, sembra l'ipotesi più plausibile. Anche perché tutti i pareri, al momento, acquisiti dal Governo (nell'ordine, Consiglio nazionale della pubblica istruzione, Conferenza unificata, Consiglio di Stato), oltre il dibattito che sta accompagnando la riforma, è stato unanimamente chiesto di partire solo con le prime classi e di lasciar continuare tutte le altre secondo il vecchio ordinamento, per evitare il cambio di binario in corsa ai ragazzi che hanno già cominciato il percorso di studi. Al momento dell'approvazione definitiva della riforma da parte del Consiglio dei ministri si saprà se la richiesta verrà accolta, anche se tutti i segnali da Viale Trastevere vanno già in questa direzione. È bene, comunque, evidenziare che il riordino soltanto nelle prime classi significherebbe, per Palazzo Chigi, rinunciare ai risparmi attesi dalle riduzioni d'orario introdotte dalla riforma. E, quindi, a parte dei soldi, da girare per la valorizzazione del merito del personale della scuola. 15 gennaio 2010
Riforma della scuola: ecco cosa pensano i docenti di Massimo Donaddio 4 febbraio 2010 "Dai nostri archivi" DORSI REGIONALI / Al Nord la rivincita delle scuole tecniche Prof in catene e sit-in: riparte la protesta contro i tagli nella scuola Nella scuola più che i fondi manca la concorrenza E scoppia la web-corsa alle competenze Scuola, aumentano i bocciati L'Ocse critica costi e insegnanti Preoccupazione, frustrazione, qualche timida apertura, dubbi, perplessità. È variegato lo spettro di sensazioni che si possono raccogliere ascoltando gli insegnanti commentare il riordino dei cicli scolastici varato oggi dal Consiglio dei ministri. Da Nord a Sud, dai licei agli istituti tecnici, i docenti cercano di saperne di più su quello che sarà il destino della scuola nel prossimo futuro, ma si comprende che un'opinione se la sono fatta, e non da adesso. Chiaramente le esigenze delle scuole variano anche a seconda del contesto sociale ed economico nel quale sono collocate, come nel caso dell'istituto tecnico industriale "Scalfaro" di Catanzaro, dove il vicepreside Luigi Rodomonteinsiste molto sull'importanza delle attività di laboratorio, effettivamente potenziate dall'attuale riforma. "Condivido l'obiettivo di fare il più possibile per i laboratori, senza dimenticare la necessità per noi urgente di potenziare il rapporto con l'industria, che in Calabria è minimo". È proprio la difficoltà di trovare legami significativi con le imprese il nodo della questione, secondo il professore: "Le realtà industriali calabresi sono assolutamente insufficienti per dare uno sbocco professionale e lavorativo ai nostri ragazzi, che sono lasciati sempre più soli, anche dallo Stato. Gli investimenti dell'industria nella formazione sono troppo scarsi". Rodomonte chiede un aiuto concreto da parte delle istituzioni politiche, dalle Regioni in particolare, sottolineando come qualsiasi riforma deve essere verificata non sulla carta, ma alla prova dei fatti. Giudizio condiviso anche dalla da un'altra docente del mondo degli istituti tecnici, la professoressa Anna Gatti dell'istituto Pirelli di Roma, molto attiva nel campo della formazione e della didattica. Soddisfatta dal potenziamento delle attività di laboratorio, non sottovaluta nemmeno la riduzione dell'orario scolastico (da 36 a 32 ore), che consentirebbe a studenti e docenti di avere il sabato libero. Una sperimentazione tra l'altro già attuata nell'istituto romano, che ora potrà concentrarsi sulla riforma del triennio. Resta il nodo del personale, però: "I laboratori possono essere rilanciati con il congruo numero di assistenti tecnici, che per ora scarseggiano e sui quali non c'è ancora nulla di concreto", spiega la professoressa. Un altro nodo da sciogliere riguarda i contenuti, preoccupazione trasversale a tutti gli insegnanti e tutti gli istituti: dopo il quadro esterno delle riforma, è necessario passare a vedere cosa c'è all'interno dei programmi scolastici, per modularli meglio. Resta ancora da verificare il rapporto tra scuola e mondo delle imprese, soprattutto per quanto riguarda gli stage: qui il dubbio - confessa la professoressa Gatti - è sulla possibilità che si creino opportunità di serie A e di serie B, in base alle conoscenze personali dei presidi. Fortemente critica sul metodo e sul merito della riforma Maria Teresa Bodini, docente di greco al liceo classico Berchet di Milano, secondo la quale "la riforma vera deve essere quella degli insegnanti, da cui passa la vera qualità della scuola. Se non si torna a valorizzare e motivare gli insegnanti, attaccati e delegittimati per troppo tempo, non ci sarà vera riforma e qualità per la scuola, si rischia di cucire solo delle toppe sopra un vestito già liso". Positiva, per un'insegnante di esperienza come la professoressa Bodini (docente nei licei classici dal 1973) l'eliminazione di una moltitudine di indirizzi che "hanno reso la scuola confusa e frammentaria", anche se il senso di un investimento per la cultura come risorsa per il futuro sembra mancare nella riforma prospettata dal governo. "Destra e sinistra non hanno investito sulla formazione - continua Bodini - e la sensazione è che questa riforma sia stata attuata soprattutto per motivi economici e di bilancio". Favorevole al riordino degli indirizzi scolastici, ma interessato soprattutto al tema dei programmi di studio si mostra Giovanni Pacchiano, saggista e critico letterario del Sole 24 Ore, ma per lunghi anni docente nei licei milanesi (Parini e Carducci). "Giudico positiva una riduzione della polverizzazione delle sperimentazioni, ma trovo anche negativa la riduzione delle ore a scuola. Nella mia idea di scuola nulla può sostituire le ore di lezione e di apprendimento in classe. Anzi, fosse per me le aumenterei certamente, sul modello delle scuole coreane. Ridurre i saperi mi sembra pericoloso: i ragazzi sanno troppo poco quando escono da scuola per andare all'università". Certo la scuola deve saper interessare di più gli studenti: "I nostri ragazzi si sono disabituati a leggere, ma se non li aiuta la scuola, chi potrà farlo?". 4 febbraio 2010
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Responsabile Per. Ind. Giacomo Dalessandro
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Il mio Pensiero
Questa non è la riforma della Scuola Superiore, questa è l'abdicazione della Scuola alla ragione di un effimero risparmio economico.
Con questa riforma ci sarà una dequalificazione ulteriore delle possibilità d'apprendimento in virtù della riduzione delle ore/lezioni/materie d'insegnamento da 36 a 32, che rappresenta una decurtazione del 12,5% ( anche se aumentano fittiziamente i minuti d'insegnamento da 1800 a 1920 ).
Inoltre l'immobilismo porterà ad un ulteriore arretramento rispetto alla Scuola Europea che viceversa è in cammino.
Inoltre il punto più dolente è che non si attuano le scelte giuste, perché quando glia latri paesi della Comunità tendono ad una scuola Europea, in controtendenza il Governo sceglie di realizzare una Scuola Federalistica, addirittura di nome e di fatto Provinciale, perché, per quanto riguarda gli Istituti Tecnici, si potrà programmare le lezioni in funzione delle esigenze dell'imprenditoria locale, nella misura del 30% nel 2° biennio e del 35% nell'ultimo anno.
Assurdo !
Mi permetto di parlare degli ITIS, Istituti Tecnici Industriali, in virtù della mia formazione scolastica, e della mia esperienza professionale e personale :
Tanto premesso secondo me gli insegnamenti attuali degli ITIS andrebbero in linea di massima confermati, ottimizzandoli, confermando il numero di ore attuali per l'Apprendimento Teorico.
Quello che invece andrebbe ulteriormente fatto è l'attuazione del tempo pieno, aggiungendo le ore pomeridiane per integrare la preparazione teorica del mattino con quella pratica pomeridiana, utilizzando in maniera mirata i Laboratori e le Strutture degli ITIS, per :
- Collegarli all'industria, alle aziende leader nazionali, a seconda del tipo di indirizzo specifico, per acquisire online cataloghi, documentazione tecnica,
standard di progettazione e montaggio, manuali di manutenzione, listini, certificazioni, capitolati, specifiche, software di calcolo, prezziari, altro materiale specifico
- Far partecipare gli studenti alla Formazione Tecnica offerta dalle Medesime Aziende Leader
I costi possono essere ammortizzati con proventi derivanti dai servizi resi al territorio con i Centri Servizi, con contributi altrimenti sperperati in maniera anomala e non altamente finalizzata della Formazione post-scolastica, con l'utilizzo di personale in cassa integrazione e mobilità, con l'utilizzo delle immense energie giovanili, a rotazione, nei servizi di Mensa, Biblioteca, Centro Servizi, Servizi Sociali, Gestione dei Siti Internet online relativi ad Enti ed Appalti
Questi sono gli obbiettivi e le vere riforme da attuare, non il rimescolamento delle carte, un falso maquillage estetico, la riduzione delle ore.
Per questo è necessario mobilitare il mondo del lavoro e della scuola per sensibilizzarlo a queste esigenze vitali, e non alla riforma proposta dal Governo.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
il SOLE 24 ORE
per l'articolo completo vai al sito Internet
http://www.ilsole24ore.com2010-02-04
Via libera alla riforma delle scuole superiori
di Claudio Tucci
4 febbraio 2010
Via libera alla riforma delle scuole superiori
"Dai nostri archivi"
DOCUMENTI / Tutti i pareri parlamentari sulla riforma
Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori
Licei, sulla riforma è scontro. Il Pd: "L'insegnamento diventa classista"
Riforma scuole superiori: disco verde dal Senato
Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma
Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore.
Sono stati approvati i 3 decreti presidenziali che riordinano licei, istituti tecnici e professionali.
È una "riforma epocale", ha detto il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che "non ha impronta ideologica, che non è viziata da pregiudizi di sorta". Una riforma necessaria per il premier Silvio Berlusconi, perché "la scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro".
Si partirà dalle prime classi, ma ci saranno meno indirizzi e meno ore, per assicurare, comunque, i tagli di spesa previsti dalla manovra 2008.
Dal prossimo primo settembre, prenderanno il via le nuove superiori targate Gelmini.
I licei diventeranno 6: classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane, questi ultimi 2 vere novità. All'ultimo anno, si potrà studiare una materia in inglese o in una seconda lingua comunitaria.
Nei tecnici, ci saranno 2 ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi, con meno ore da passare tra i banchi e più laboratori.
Nei professionali (due settori per un totale di sei indirizzi) saranno rafforzate le materie specifiche del corso di studi e ci sarà una maggiore flessibilità dell'offerta formativa.
Chiaro l'obiettivo di stringere legami più forti con il mondo delle imprese, a cui mancano circa 54mila diplomati tecnici-professionali.
La riforma è stata corretta, in corsa, in base alle richieste avanzate dalle commissioni parlamentari di Camera e Senato, dal Consiglio di stato e dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione. Viale Trastevere ha, comunque, giocato d'anticipo, posticipando di un mese le iscrizioni alle superiori (fino al 26 marzo prossimo), proprio per consentire a famiglie, studenti, addetti ai lavori, la più ampia attività di informazione e orientamento sulla riorganizzazione dell'intero settore, che ha visto l'eliminazione degli oltre 396 indirizzi sperimentali.
Si comincerà, piano: dalle sole prime classe. Ma il ministero dovrà comunque effettuare i tagli imposti dalla legge 133 del 2008.
Perciò nei tecnici e nei professionali, già dal prossimo anno seconde, terze e quarte avranno un taglio dell'orario: da 36 a 32 ore.
Gli studenti coinvolti dal taglio di ore avranno una rimodulazione del percorso di studi.
Nei licei, invece, è stata rafforzata l'area scientifica con 66 ore annue nel biennio.
Quanto alle polemiche sulla geografia, nei tecnici viene ripristinata, negli indirizzi liceali sarà comunque accorpata a storia.
Sul fronte, invece, della "governance" scolastica, si accolgono le osservazioni di Palazzo Spada: dipartimenti e comitati tecnico-scientifici sono "derubricati" al rango di mere opportunità. Niente di fatto, invece, sul fronte dei regolamenti attuativi della riforma: Parlamento e giudici amministrativi volevano fossero adottati con atti a contenuto normativo, mentre saranno solo "linee guida".
Dal Senato, arrivano, poi, novità sul fronte salva-precari. Ieri, il Governo ha presentato un emendamento, al milleproroghe, per estendere, anche, al prossimo anno scolastico (2010/2011) gli effetti del decreto, approvato in autunno, che, come si sa, garantisce uno stipendio (sotto forma di indennità di disoccupazione) a docenti e personale amministrativo rimasto senza supplenze per via dei tagli al personale della scuola.
Lo speciale "paracadute", che ha visto chiudere le domande di inserimento nelle liste prioritarie lo scorso 14 gennaio, secondo recenti dati diffusi, nei giorni scorsi, dalla Uil Scuola, ha interessato, quest'anno, circa 21mila precari: per l'esattezza, 16.543 docenti e 4.529 Ata.
Discreta, anche la com-partecipazione regionale: hanno messo sul piatto circa 150 milioni, che saranno investiti per utilizzare questi lavoratori in progetti di utilità sociale e formativi.
Ecco come saranno
le scuole superiori targate Gelmini
di Claudio Tucci
15 gennaio 2010
Slittano di un mese le iscrizioni alle scuole superiori
Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori
I pareri espressi dal Consiglio di Stato
DOCUMENTI / Le circolari e i modelli per le iscrizioni
"Dai nostri archivi"
Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori
Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma
In 500mila al debutto nella nuova scuola
Riforma scuole superiori: disco verde dal Senato
Scuola: primo sì parlamentare alla riforma delle superiori
Da 400 indirizzi sperimentali, oggi esistenti, a soli 6 licei.
Da 10 settori e 39 indirizzi di istituti tecnici, si passerà ad appena 2 settori e 11 indirizzi.
Mentre i 5 settori e 27 indirizzi dei professionali saranno asciugati in 2 macro-settori, a cui corrisponderanno 6 indirizzi.
Si può partire da questi numeri per iniziare a capire cosa attenderà i circa 500mila ragazzi di terza media, che dal prossimo 1° settembre, metteranno piede nei nuovi istituti superiori, targati Gelmini. Accanto a questa cura dimagrante, ci sarà spazio, anche, per l'inglese potenziato, un rapporto più stretto tra scuola e mondo del lavoro (a oggi, ci ricordano gli ultimi dati Excelsior, alle aziende mancano 54mila diplomati tecnico-professionali) e una sferzata a tutto campo sulle nuove tecnologie. In attesa del via libera definitivo ai 3 regolamenti di riordino di licei, istituti tecnici e professionali, previsto per i prossimi giorni, abbiamo cercato di sintetizzare le principali innovazioni che interesseranno le superiori, in questo agile vademecum.
Informazioni a studenti e famiglie. Gli istituti, nelle prossime settimane, dovranno essere in grado di fornire ai ragazzi di terza media e alle loro famiglie informazioni più dettagliate relative all'intero nuovo scenario del secondo ciclo. Il rischio, sottolineato da più parti, sindacati in testa, è che, con i regolamenti ancora non definitivi e le iscrizioni posticipate a fine marzo, il tempo per far conoscere le novità in arrivo da settembre sia troppo poco, con la conseguenza che molte scelte saranno affidate al caso.
Iscrizioni: le date da rispettare. Arriva il doppio canale per le iscrizioni dei ragazzi a scuola. Alle superiori, mamma e papà avranno tempo dal 26 febbraio al 26 marzo. Mentre, ci potrà iscrivere alle scuole dell'infanzia, elementari e medie fino al 27 febbraio. Il mese in più di tempo per l'iscrizione alle scuole superiori è stato stabilito per consentire un'adeguata informazione alle famiglie sui nuovi indirizzi di studio, in arrivo con l'approvazione definitiva dei 3 regolamenti di riordino della scuola secondaria di secondo grado.
Istituti tecnici: al via i settori economico e tecnologico.
I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico (che si scompone in 2 indirizzi, amministrativo, finanza e marketing e turismo) e tecnologico (che avrà 9 indirizzi) e godranno di un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione (1920 minuti di lezione).
Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti) (1800 minuti di lezione ).
Ci sarà un primo biennio, dedicato all'acquisizione di saperi e competenze di base e un successivo triennio, in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni.
Il quinto anno si conclude con l'esame di Stato. A livello di didattica, il regolamento di riordino, prevede un potenziamento dell'inglese, delle ore di laboratorio e una maggiore autonomia e flessibilità dell'offerta formativa.
I nuovi istituti tecnici saranno caratterizzati da un'area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo, che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le regioni e le parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio.
Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo.
Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo, possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche etc.).
Licei: arrivano i nuovi indirizzi artistico e delle scienze umane.
Ci sarà un liceo scientifico tecnologico, dove non è previsto lo studio del latino,
mentre il liceo delle scienze umane (ex magistrale) avrà un indirizzo giuridico economico, anch'esso senza latino.
Al classico, sarà introdotto l'insegnamento della lingua straniera per l'intero quinquennio.
Il liceo linguistico, invece, prevederà l'insegnamento di 3 lingue straniere.
Dalla terza classe, un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta, pure, un secondo insegnamento.
Tra le new entry ci saranno il liceo musicale e coreutico, articolato nelle 2 sezioni musicale coreutica, e il liceo delle scienze umane, che prenderà il posto del liceo socio-psicopedagogico.
In tutti i corsi di studio ci sarà una riduzione dell'orario scolastico:
27 ore settimanali nel primo biennio del liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane;
32 ore nel liceo musicale e coreutico;
34 ore nei licei artistici, che prenderanno il posto degli attuali istituti d'arte;
32 ore settimanali negli istituti tecnici e professionali.
Attualmente, grazie anche alle sperimentazioni, l'orario settimanale di quasi tutti gli indirizzi di studio oscilla fra le 32 e le 36 ore settimanali.
A livello gestionale, infine, dipartimenti disciplinari e comitato scientifico, costituiranno le nuove articolazioni del collegio docenti, senza, però, sottolinea il regolamento, "ledere la sovranità del collegio docenti stesso".
Per chi è già iscritto alle superiori. Il restyling dovrebbe coinvolgere anche molti ragazzi che, ora, frequentano la scuola superiore. In particolare, lo schema di regolamento di riforma degli istituti professionali stabilisce che le novità si applicano da subito solo alle classi iniziali ma che, contestualmente, sarà ridotto l'orario delle lezioni delle classi seconde e terze, non coinvolte nella riforma. È, però, evidente che la riduzione del tempo-scuola comporterà il taglio orario di qualche disciplina, ancora da individuare, oppure l'eliminazione di qualche materia. Ma anche in questo caso non ci sono indicazioni precise. Prime e seconde classi coinvolte da settembre, invece, secondo il regolamento degli istituti tecnici, ma la riduzione d'orario riguarderà anche le terze e persino le quarte. Anche qui sono tutte da inventare le modalità di passaggio al nuovo assetto: l'orario "slim" per alcune materie è tuttavia l'ipotesi più probabile.
Il regolamento di riordino dei licei, infine, prevede che vengano coinvolte nella riforma le prime e le seconde classi funzionanti nel 2010-2011, lasciando però immutati gli orari del triennio.
Professionali: più spazio ai servizi e all'industria e artigianato.
Gli istituti professionali si articoleranno in 2 macrosettori:
istituti professionali per il settore dei servizi e
istituti professionali per il settore industria e artigianato.
Ai 2 settori, corrispondono 6 indirizzi.
Come per gli istituti tecnici, anche qui, il percorso è articolato in 2 bienni, e un quinto anno, con l'esame finale.
Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione.
Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).
Avranno, poi, maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare, gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta. Gli istituti potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il ministero dell'Istruzione. Anche nei nuovi professionali, sono previste più ore in laboratorio, oltre a stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro, soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno.
Si inizia dal primo anno. Si inizia solo dal primo anno? Al momento, sembra l'ipotesi più plausibile. Anche perché tutti i pareri, al momento, acquisiti dal Governo (nell'ordine, Consiglio nazionale della pubblica istruzione, Conferenza unificata, Consiglio di Stato), oltre il dibattito che sta accompagnando la riforma, è stato unanimamente chiesto di partire solo con le prime classi e di lasciar continuare tutte le altre secondo il vecchio ordinamento, per evitare il cambio di binario in corsa ai ragazzi che hanno già cominciato il percorso di studi. Al momento dell'approvazione definitiva della riforma da parte del Consiglio dei ministri si saprà se la richiesta verrà accolta, anche se tutti i segnali da Viale Trastevere vanno già in questa direzione. È bene, comunque, evidenziare che il riordino soltanto nelle prime classi significherebbe, per Palazzo Chigi, rinunciare ai risparmi attesi dalle riduzioni d'orario introdotte dalla riforma. E, quindi, a parte dei soldi, da girare per la valorizzazione del merito del personale della scuola.
15 gennaio 2010
Riforma della scuola: ecco cosa pensano i docenti
di Massimo Donaddio
4 febbraio 2010
"Dai nostri archivi"
DORSI REGIONALI / Al Nord la rivincita delle scuole tecniche
Prof in catene e sit-in: riparte la protesta contro i tagli nella scuola
Nella scuola più che i fondi manca la concorrenza
E scoppia la web-corsa alle competenze
Scuola, aumentano i bocciati L'Ocse critica costi e insegnanti
Preoccupazione, frustrazione, qualche timida apertura, dubbi, perplessità. È variegato lo spettro di sensazioni che si possono raccogliere ascoltando gli insegnanti commentare il riordino dei cicli scolastici varato oggi dal Consiglio dei ministri.
Da Nord a Sud, dai licei agli istituti tecnici, i docenti cercano di saperne di più su quello che sarà il destino della scuola nel prossimo futuro, ma si comprende che un'opinione se la sono fatta, e non da adesso.
Chiaramente le esigenze delle scuole variano anche a seconda del contesto sociale ed economico nel quale sono collocate, come nel caso dell'istituto tecnico industriale "Scalfaro" di Catanzaro, dove il vicepreside Luigi Rodomonteinsiste molto sull'importanza delle attività di laboratorio, effettivamente potenziate dall'attuale riforma.
"Condivido l'obiettivo di fare il più possibile per i laboratori, senza dimenticare la necessità per noi urgente di potenziare il rapporto con l'industria, che in Calabria è minimo".
È proprio la difficoltà di trovare legami significativi con le imprese il nodo della questione, secondo il professore: "Le realtà industriali calabresi sono assolutamente insufficienti per dare uno sbocco professionale e lavorativo ai nostri ragazzi, che sono lasciati sempre più soli, anche dallo Stato.
Gli investimenti dell'industria nella formazione sono troppo scarsi".
Rodomonte chiede un aiuto concreto da parte delle istituzioni politiche, dalle Regioni in particolare, sottolineando come qualsiasi riforma deve essere verificata non sulla carta, ma alla prova dei fatti.
Giudizio condiviso anche dalla da un'altra docente del mondo degli istituti tecnici, la professoressa Anna Gatti dell'istituto Pirelli di Roma, molto attiva nel campo della formazione e della didattica. Soddisfatta dal potenziamento delle attività di laboratorio, non sottovaluta nemmeno la riduzione dell'orario scolastico (da 36 a 32 ore), che consentirebbe a studenti e docenti di avere il sabato libero.
Una sperimentazione tra l'altro già attuata nell'istituto romano, che ora potrà concentrarsi sulla riforma del triennio. Resta il nodo del personale, però: "I laboratori possono essere rilanciati con il congruo numero di assistenti tecnici, che per ora scarseggiano e sui quali non c'è ancora nulla di concreto", spiega la professoressa. Un altro nodo da sciogliere riguarda i contenuti, preoccupazione trasversale a tutti gli insegnanti e tutti gli istituti: dopo il quadro esterno delle riforma, è necessario passare a vedere cosa c'è all'interno dei programmi scolastici, per modularli meglio.
Resta ancora da verificare il rapporto tra scuola e mondo delle imprese, soprattutto per quanto riguarda gli stage: qui il dubbio - confessa la professoressa Gatti - è sulla possibilità che si creino opportunità di serie A e di serie B, in base alle conoscenze personali dei presidi.
Fortemente critica sul metodo e sul merito della riforma Maria Teresa Bodini, docente di greco al liceo classico Berchet di Milano, secondo la quale "la riforma vera deve essere quella degli insegnanti, da cui passa la vera qualità della scuola. Se non si torna a valorizzare e motivare gli insegnanti, attaccati e delegittimati per troppo tempo, non ci sarà vera riforma e qualità per la scuola, si rischia di cucire solo delle toppe sopra un vestito già liso". Positiva, per un'insegnante di esperienza come la professoressa Bodini (docente nei licei classici dal 1973) l'eliminazione di una moltitudine di indirizzi che "hanno reso la scuola confusa e frammentaria", anche se il senso di un investimento per la cultura come risorsa per il futuro sembra mancare nella riforma prospettata dal governo. "Destra e sinistra non hanno investito sulla formazione - continua Bodini - e la sensazione è che questa riforma sia stata attuata soprattutto per motivi economici e di bilancio".
Favorevole al riordino degli indirizzi scolastici, ma interessato soprattutto al tema dei programmi di studio si mostra Giovanni Pacchiano, saggista e critico letterario del Sole 24 Ore, ma per lunghi anni docente nei licei milanesi (Parini e Carducci). "Giudico positiva una riduzione della polverizzazione delle sperimentazioni, ma trovo anche negativa la riduzione delle ore a scuola. Nella mia idea di scuola nulla può sostituire le ore di lezione e di apprendimento in classe. Anzi, fosse per me le aumenterei certamente, sul modello delle scuole coreane. Ridurre i saperi mi sembra pericoloso: i ragazzi sanno troppo poco quando escono da scuola per andare all'università". Certo la scuola deve saper interessare di più gli studenti: "I nostri ragazzi si sono disabituati a leggere, ma se non li aiuta la scuola, chi potrà farlo?".
4 febbraio 2010
L'UNITA'
per l'articolo completo vai al sito Internet
http://www.unita.it2010-02-04
Scuola, via libera alla riforma. Riordino imposto. E' caos
di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore
Meno ore di scuola rispetto alle medie. Un "taglio" drastrico agli indirizzi (sei licei, sfoltiti i tecnici e i professionali) e tante materie che scompaiono e riappaiono come Geografia e Diritto. Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla riforma dell'istruzione superiore senza tener conto delle proteste di insegnanti, famiglie e sindacati. Il tutto nel pieno caos delle imminenti iscrizioni degli studenti, dove a tutt'oggi non c'è certezza sull'offerta formativa. Il tanto annunciato opsucolo del Miur ancora non c'è, forse sarà pronto domani via web. Tuttavia, Berlusconi e la Gelmini in conferenza stampa suonano la gran cassa. E si scopre il vero "piano" del governo: fare cassa e accontentare le imprese, Confindustria in primis. Infatti, i licei restano "reginette" anche se scompare il Diritto. Resta la divisione con gli istituti tecnici e professionali, confinati a "Cenerentole".
Il presidente del Consiglio lo dice usando questi termini: "La scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". E la "maestra unica" dell'Istruzione decanta il riordino: "Riforma epocale, non ideologica". Tace però sui nuovi quadri orari e rivendica l'opzione del nuovo liceo, quello musicale. Una "carnevalata", per dirla con la Rete degli studenti, al quale il premier non resta indietro: "Studiate le mie canzoni e quelle di Apicella..." è il messaggio che manda ai ragazzi che devono scegliere dove iscriversi entro il 26 marzo e senza che sia ancora partita la tanto annunciata campagna di informazione alle famiglie.
La riforma entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico 2010-2011, a partire dalle sole prime classi solo per i licei, non per i tecnici e i professionali però , dove le riduzioni di orario saranno pesanti da subito anche per le classi terze, quarte e quinte già in corso. La nuova scuola targata Gelmini prevede un taglio netto degli indirizzi di studio: i licei diventeranno sei. Gli istituti tecnici passeranno da 10 con 39 indirizzi a 2 con 11 indirizzi e le ore scenderanno da 36 a 32; i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi scenderanno a 2 corsi e 6 indirizzi, anche qui le ore saranno 32 invece delle attuali 36. Per dirla con Antonio Rusconi, capogruppo Pd in commissione istruzione del Senato "E' un ciclone che devasta l'istruzione". Anche i sindacati (Flc-Cgil e Gilda) non mandano giù il boccone amaro: "Un riordino era necessario - sottolineano - ma questa non è una riforma". E il leader del Pd, Pierlugi Bersani, dichiara: "Di epocale non è la riforma, è il taglio alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro paese".
I licei Si passa dai quasi 450 indirizzi (tra sperimentali e progetti assistiti) a sei licei: classico, scientifico, linguistico, artistico (con 6 indirizzi distinti) e le new entri del liceo musicale e delle scienze umane. Al Classico rispetto all'oggi, si studierà inglese per cinque anni e verrà potenziata l'area scientifica e matematica. Resta obbligatorio il Latino. Chi opterà per lo Scientifico troverà la nuova opzione delle "scienze applicate" che raccoglie l'eredità della sperimentazione scientifico-tecnologica. Al liceo linguistico viene introdotta la terza lingua straniera e dal terzo anno una materia verrà insegnata in lingua. Altra novità, il liceo delle scienze umane, che sostituisce quello sociopedagogico, con l'opzione economico-sociale. Infine, quello musicale: con 40 sezioni e 10 coreutiche che potranno essere attivate in convenzione con conservatori e accademie di danza.
Istituti tecnici Due soli settori: economico e tecnologio, e 11 indirizzi. L'orario settimanale sarà di 32 ore (un taglio di ben 4 ore di scuola rispetto all'oggi). Ci saranno i laboratori: 264 ore nel biennio che salgono a 891 nel triennio. Il biennio sarà comune per i due percorsi. E' favorita la diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro.
Istituti professionali Da cinque settori e 27 indirizzi si passa a 2 macro-settori - servizi e industria/artigianato - e 6 indirizzi. L'orario settimanale si accorcia a 32 ore. Il percorso di studi è articolato in due bienni e un quinto anno. Anche qui entra in gioco l'alternanza scuola-lavoro.
Le reazioni Le Consulte nazionali degli studenti hanno bocciato la riforma con 56 voti contro 36 a favore. Per Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "E' una riforma fortemente deludente. L'unica logica è quella dei tagli. Qualche miglioramento solo per le prime classi, poi il caos delle materie professionalizzanti soprattutto per i tecnici e professionali".Per Pantaleo la conseguenza sarà "una drastica riduzione di posti di lavoro e il licenziamento di altri migliaia di precari". Da qui l'imminente protesta: "Assemblea nazionale il 17 febbraio, e così fino allo sciopero generale del 12 Marzo proclamato dalla Cgil". Mentre l'ex ministro Giuseppe Fioroni "bacchetta" Berlusconi: "La scuola superiore, caro presidente del Consiglio, non 'sforna' ragazzi
come da lei testualmente affermato. La scuola ha il compito di formarli ed educarli". E l'opposizione, con Maria Coscia (pd) in testa, ribadisce: "Solo spot trionfalistici, bisognava rimandare di un anno l'avvio della controriforma". Pollice verso anche dal Gilda: "Si penalizzano fortemente le seconde, le terze e le quarte classi sui cui ricadranno i tagli". Collaborativo con il governo Di Menna della Uil-scuola: "Primo ok ma più investimenti".
Famiglie e studenti nel caos Le iscrizioni sono alle porte e regna il mistero sui quadri orari di tutte le materie. Secondo indiscrezioni la Geografia dopo la campagna di proteste, sarebbe rimasta. Ma il Miur avrebbe solo girato il probleme ai presidi: resta l'accorpamento con la Storia, nessun aumento di ore". E nella baraonda più totale anche le famiglie: il piano di orientamento del ministero forse sarà pronto solo domani.
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04 febbraio 2010
Scuola, via libera alla riforma. Riordino imposto. E' caos
di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore
Meno ore di scuola rispetto alle medie. Un "taglio" drastrico agli indirizzi (sei licei, sfoltiti i tecnici e i professionali) e tante materie che scompaiono e riappaiono come Geografia e Diritto. Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla riforma dell'istruzione superiore senza tener conto delle proteste di insegnanti, famiglie e sindacati. Il tutto nel pieno caos delle imminenti iscrizioni degli studenti, dove a tutt'oggi non c'è certezza sull'offerta formativa. Il tanto annunciato opsucolo del Miur ancora non c'è, forse sarà pronto domani via web. Tuttavia, Berlusconi e la Gelmini in conferenza stampa suonano la gran cassa. E si scopre il vero "piano" del governo: fare cassa e accontentare le imprese, Confindustria in primis. Infatti, i licei restano "reginette" anche se scompare il Diritto. Resta la divisione con gli istituti tecnici e professionali, confinati a "Cenerentole".
Il presidente del Consiglio lo dice usando questi termini: "La scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". E la "maestra unica" dell'Istruzione decanta il riordino: "Riforma epocale, non ideologica". Tace però sui nuovi quadri orari e rivendica l'opzione del nuovo liceo, quello musicale. Una "carnevalata", per dirla con la Rete degli studenti, al quale il premier non resta indietro: "Studiate le mie canzoni e quelle di Apicella..." è il messaggio che manda ai ragazzi che devono scegliere dove iscriversi entro il 26 marzo e senza che sia ancora partita la tanto annunciata campagna di informazione alle famiglie.
La riforma entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico 2010-2011, a partire dalle sole prime classi solo per i licei, non per i tecnici e i professionali però , dove le riduzioni di orario saranno pesanti da subito anche per le classi terze, quarte e quinte già in corso. La nuova scuola targata Gelmini prevede un taglio netto degli indirizzi di studio: i licei diventeranno sei. Gli istituti tecnici passeranno da 10 con 39 indirizzi a 2 con 11 indirizzi e le ore scenderanno da 36 a 32; i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi scenderanno a 2 corsi e 6 indirizzi, anche qui le ore saranno 32 invece delle attuali 36. Per dirla con Antonio Rusconi, capogruppo Pd in commissione istruzione del Senato "E' un ciclone che devasta l'istruzione". Anche i sindacati (Flc-Cgil e Gilda) non mandano giù il boccone amaro: "Un riordino era necessario - sottolineano - ma questa non è una riforma". E il leader del Pd, Pierlugi Bersani, dichiara: "Di epocale non è la riforma, è il taglio alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro paese".
I licei Si passa dai quasi 450 indirizzi (tra sperimentali e progetti assistiti) a sei licei: classico, scientifico, linguistico, artistico (con 6 indirizzi distinti) e le new entri del liceo musicale e delle scienze umane. Al Classico rispetto all'oggi, si studierà inglese per cinque anni e verrà potenziata l'area scientifica e matematica. Resta obbligatorio il Latino. Chi opterà per lo Scientifico troverà la nuova opzione delle "scienze applicate" che raccoglie l'eredità della sperimentazione scientifico-tecnologica. Al liceo linguistico viene introdotta la terza lingua straniera e dal terzo anno una materia verrà insegnata in lingua. Altra novità, il liceo delle scienze umane, che sostituisce quello sociopedagogico, con l'opzione economico-sociale. Infine, quello musicale: con 40 sezioni e 10 coreutiche che potranno essere attivate in convenzione con conservatori e accademie di danza.
Istituti tecnici Due soli settori: economico e tecnologio, e 11 indirizzi. L'orario settimanale sarà di 32 ore (un taglio di ben 4 ore di scuola rispetto all'oggi). Ci saranno i laboratori: 264 ore nel biennio che salgono a 891 nel triennio. Il biennio sarà comune per i due percorsi. E' favorita la diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro.
Istituti professionali Da cinque settori e 27 indirizzi si passa a 2 macro-settori - servizi e industria/artigianato - e 6 indirizzi. L'orario settimanale si accorcia a 32 ore. Il percorso di studi è articolato in due bienni e un quinto anno. Anche qui entra in gioco l'alternanza scuola-lavoro.
Le reazioni Le Consulte nazionali degli studenti hanno bocciato la riforma con 56 voti contro 36 a favore. Per Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "E' una riforma fortemente deludente. L'unica logica è quella dei tagli. Qualche miglioramento solo per le prime classi, poi il caos delle materie professionalizzanti soprattutto per i tecnici e professionali".Per Pantaleo la conseguenza sarà "una drastica riduzione di posti di lavoro e il licenziamento di altri migliaia di precari". Da qui l'imminente protesta: "Assemblea nazionale il 17 febbraio, e così fino allo sciopero generale del 12 Marzo proclamato dalla Cgil". Mentre l'ex ministro Giuseppe Fioroni "bacchetta" Berlusconi: "La scuola superiore, caro presidente del Consiglio, non 'sforna' ragazzi
come da lei testualmente affermato. La scuola ha il compito di formarli ed educarli". E l'opposizione, con Maria Coscia (pd) in testa, ribadisce: "Solo spot trionfalistici, bisognava rimandare di un anno l'avvio della controriforma". Pollice verso anche dal Gilda: "Si penalizzano fortemente le seconde, le terze e le quarte classi sui cui ricadranno i tagli". Collaborativo con il governo Di Menna della Uil-scuola: "Primo ok ma più investimenti".
Famiglie e studenti nel caos Le iscrizioni sono alle porte e regna il mistero sui quadri orari di tutte le materie. Secondo indiscrezioni la Geografia dopo la campagna di proteste, sarebbe rimasta. Ma il Miur avrebbe solo girato il probleme ai presidi: resta l'accorpamento con la Storia, nessun aumento di ore". E nella baraonda più totale anche le famiglie: il piano di orientamento del ministero forse sarà pronto solo domani.
04 febbraio 2010
Macelleria contabile. La fine della scuola
di Fabio Luppinotutti gli articoli dell'autore
Ormai non c’è più niente da fare. Manca il placet del governo, che potrebbe arrivare oggi o nel prossimo Consiglio dei ministri. La riforma che depotenzierà lo studio di moltissime materie nelle scuole superiori e che taglierà migliaia di posti di lavoro, ieri ha avuto il sì, pd contrario, non l’Udc, (tra l’altro non vincolante) della commissione competente in Senato. Che si possa fare così, quasi in silenzio, con dei regolamenti (che vi abbiamo diffusamente illustrato su queste pagine e che potete vedere sul sito http://nuovilicei.indire.it/) lo prevede la Finanziaria del 2008, attraverso cui si è delegato il governo a fare e ad infischiarsene di un reale dibattito parlamentare. Buio sulla scuola, dunque.
Fine delle sperimentazioni nei licei; fine delle attività pratiche nei tecnici (dall’Agrario, ai Nautici ai Tecnici industriali, e poi lo stesso governo ci propone l’apprendistato a quindici anni, togliendolo da un percorso formativo vero); fine dello studio di due lingue straniere; fine dello studio della geografia, di cui parleremo nella pagina seguente; latino solo in uno dei tre scientifici che rimarranno. "Siamo sbalorditi e turbati di fronte all’indifferenza con cui il governo ha dimostrato di voler risolvere i gravi problemi che affliggono la scuola italiana", ha detto la presidente del Gruppo del Pd, Anna Finocchiaro, a commento del via libera ai regolamenti sulle scuole superiori della commissione Istruzione del Senato. "Hanno vinto i diktat di Tremonti - ha precisato Finocchiaro - preoccupato solo di contenere la spesa pubblica, come ha sottolineato più volte nei suoi pareri il Consiglio di Stato.
Il governo ha scelto la strada più veloce e meno democratica, privando il parlamento e il Paese di un confronto serio e doveroso. La scuola italiana avrà meno ore da dedicare agli studenti, meno materie e anche meno insegnanti, perché nulla è stato fatto per garantire il posto di lavoro alle migliaia di precari che, dopo anni di dedizione e attesa, sono costrette a fare i conti con un futuro privo di certezze.
La scuola italiana, così come esce da quella che si ha il coraggio e la sfacciataggine di definire una riforma, è un salto all’indietro. Un’offesa per il nostro Paese, al quale non si vogliono offrire gli strumenti per affrontare sfide importanti nel campo della conoscenza, dell’innovazione, dell’investimento sui giovani e sul sapere". Buio anche sul percorso. Perché al momento i regolamenti per le superiori non sono pubblici e le famiglie hanno due mesi di tempo per scegliere il futuro scolastico dei propri figli. Buio per i docenti: non si sa se la cosiddetta riforma partirà solo per le prime classi dal prossimo anno scolastico o se pure per le altre, minando un percorso di formazione scelto su altri presupposti.
28 gennaio 2010
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Stampa
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COMUNICATO STAMPA
Riforma dell’Istruzione tecnica e professionale
La riforma dell'Istruzione Tecnica e Professionale era attesa da quasi 80 anni. Le norme introdotte con i nuovi Regolamenti riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall'anno scolastico 2010-2011 come scuole dell'innovazione.
Ecco i punti principali dei due regolamenti:
Riordino degli istituti tecnici
Nuovi istituti tecnici: 2 settori e 11 indirizzi
I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 Settori: economico e tecnologico.
Avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive al contrario delle attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).
Nel Settore economico sono stati definiti 2 indirizzi:
1. amministrativo, finanza e marketing;
2. turismo.
Nel Settore tecnologico sono stati definiti 9 indirizzi:
1. meccanica, meccatronica ed energia;
2. trasporti e logistica;
3. elettronica ed elettrotecnica;
4. informatica e telecomunicazioni;
5. grafica e comunicazione;
6. chimica, materiali e biotecnologie;
7. sistema moda;
8. agraria, agroalimentare e agroindustria;
9. costruzioni, ambiente e territorio.
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.
Centralità delle attività di laboratorio
Il Regolamento prevede, inoltre, lo sviluppo di metodologie innovative basate sulla didattica di laboratorio, considerata uno strumento efficace in tutti gli ambiti disciplinari, compresi gli insegnamenti di cultura generale (per esempio, italiano e storia).
Relativamente agli indirizzi del settore tecnologico è prevista inoltre la presenza degli insegnanti tecnico-pratici nella misura oraria crescente dal primo al quinto anno:
Ulteriori risorse di personale saranno assegnate alle scuole per potenziare le attività didattiche di laboratorio.
Più autonomia e flessibilità dell'offerta formativa
I nuovi istituti tecnici sono caratterizzati da un'area di istruzione generale comune e in distinte aree di indirizzo che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le Regioni e le Parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio.
Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche ecc..
Ore dedicate alle 2 aree:
AREA ISTRUZIONE GENERALE
AREA INDIRIZZO
Primo biennio
660 ore
396 ore
Secondo biennio e quinto anno
495 ore
561 ore
Struttura del percorso didattico
Il percorso didattico degli istituti tecnici è strutturato in:
Più inglese
Sono state incrementate le ore di studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere.
Insegnamento di scienze integrate
E' previsto l'insegnamento di scienze integrate, al quale concorrono, nella loro autonomia, le discipline di "Scienze della terra e biologia", di "Fisica" e di "Chimica", per potenziare la cultura scientifica.
Rafforzato rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni
Le norme introdotte hanno l’obiettivo di creare un rapporto più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini e l’alternanza scuola-lavoro.
Riordino istituti professionali
In Italia, in questo anno scolastico, studiano, in 1.425 istituti professionali, 547.826 alunni suddivisi in 25.445 classi. Attualmente sono 5 i settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi.
Con il riordino dell'istruzione professionale sarà riaffermata l'identità di questo tipo di scuola nell'ambito dell'istruzione superiore e i giovani acquisiranno le conoscenze e le competenze necessarie per ricoprire ruoli tecnici operativi nei settori produttivi di riferimento.
Gli studenti e le loro famiglie avranno immediatamente risposte chiare sulle possibilità d’inserimento nel mondo del lavoro e per il proseguimento degli studi all’università.
Verrà superata la sovrapposizione con l'istruzione tecnica, si pongono le basi per un raccordo organico con il sistema d'istruzione e formazione professionale, di competenza delle Regioni. I servizi d'istruzione saranno più efficaci e le risorse verranno utilizzate nel modo più adeguato.
I nuovi istituti professionali
Si articolano in 2 macrosettori:
Ai 2 settori corrispondono 6 indirizzi:
Settore dei servizi:
Settore industria e artigianato:
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti professionali confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.
Ore di insegnamento
Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive al contrario delle attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).
Più flessibilità dell'offerta formativa
Gli istituti professionali avranno maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota già prevista del 20% di autonomia, ammonteranno al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta.
Le quote di flessibilità consentono:
La struttura del percorso quinquennale
AREA ISTRUZIONE GENERALE
AREA INDIRIZZO
Primo biennio
660 ore
396 ore
Secondo biennio e quinto anno
495 ore
561 ore
La struttura del percorso quinquennale
Il percorso è articolato in:
2 bienni e 1 quinto anno
Offerta coordinata con la formazione professionale regionale
Gli istituti professionali potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
Centralità delle attività di laboratorio e tirocini
Roma, 4 febbraio 2010
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Stampa
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COMUNICATO STAMPA
Riforma dei licei
La riforma dei licei ha ricevuto il via libera definitivo da parte del Consiglio dei Ministri. Si tratta di una riforma epocale che partirà dal 2010 e che segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano. L’impianto complessivo dei licei, infatti, risale alla legge Gentile del 1923.
Con questa riforma si vuole:
Le novità della riforma:
Per cancellare la frammentazione e consentire alle famiglie e agli studenti di compiere scelte chiare, i 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal Miur e le tantissime sperimentazioni attivate saranno ricondotti a 6 licei.
Rispetto al vecchio impianto che prevedeva solo il liceo classico, il liceo artistico e lo scientifico, oltre all’istituto magistrale quadriennale e a percorsi sperimentali linguistici, con la riforma avremo:
Altre novità complessivamente introdotte dalla riforma:
Nuova organizzazione
La nuova organizzazione dei licei prevede:
Il metodo
Dopo la prima lettura e il primo via libera del Consiglio dei Ministri alla Riforma dei licei, il Ministrero ha aperto uno spazio di discussione per perfezionare il testo e continuare ad ascoltare il mondo della scuola (sono stati coinvolti oltre 10mila tra insegnanti e dirigenti scolastici) e della cultura, le famiglie e i ragazzi.
La riforma sul web
Per la prima volta un provvedimento è stato sottoposto, prima della sua adozione, al confronto attraverso il mondo del web grazie al sito
http://nuovilicei.indire.it, da cui è stato possibile scaricare i documenti approvati in prima lettura, commentarli on line articolo per articolo, seguire il "cantiere del cambiamento" passo dopo passo attraverso la rassegna stampa, gli appuntamenti di confronto e di comunicazione e i relativi video, relazioni o abstract, i documenti e gli "appunti di viaggio" che via via sono stati messi on line. I commenti hanno segnalato la correttezza di alcune ipotesi già allo studio della Cabina di regia (i cui membri dialogano on line), come il perfezionamento dei quadri orari relativi alle "Scienze Umane" e il rafforzamento ulteriore dell’asse scientifico matematico e della lingua straniera.
Roma, 4 febbraio 2010
REPUBBLICA
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http://www.repubblica.it2010-02-06
IL PIANO DEGLòII STUDISono la traduzione pratica della legge e lo schema con cui si studierà dal prossimo anno
Al classico meno italiano e storia e più materie scientifiche. La novità di linguistici
Così in classe nei nuovi licei
Ecco ore e materie della riforma
di SALVO INTRAVAIA
Così in classe nei nuovi licei Ecco ore e materie della riforma
I quadri orari, incubo di professori e studenti fino a diventare la chiave dell'intreccio di uno dei più divertenti film sulla scuola. Ma anche la traduzione pratica di una riforma. Ecco dunque tutte le materie e gli orari dei nuovi licei varati dal Consiglio dei ministri. Confermato, come aveva anticipato due giorni fa Repubblica.it, l'ingresso del Diritto in tutti e due gli indirizzi del liceo delle Scienze umane, l'introduzione delle Scienze in tutti e 5 gli anni del liceo classico. Ma anche più Fisica, Matematica e Scienze allo scientifico. Tutti gli studenti che sono orientati verso uno dei 6 nuovi licei gelminiani hanno tempo fino al 26 febbraio per studiare i nuovi piani-orario. Poi occorrerà scegliere, anche in base alle variazioni apportate dalle singole scuole, entro il 26 marzo.
Licei classici. Meno Italiano e Storia nei prossimi licei classici. Ma anche più Lingua straniera, Matematica, Fisica e Storia dell'Arte. Al biennio si studierà per 27 ore a settimana. Al triennio saranno invece 31 le ore di studio settimanali. Il prossimo anno, chi sceglierà il classico studierà 4 ore a settimana di Italiano (una in meno rispetto al vecchio ordinamento), 5 di Latino e 4 di Greco. Tre sole ore di Storia e Geografia (materia unica), 3 di Matematica e 2 di Scienze. Restano due le ore settimanali di Scienze motorie (un tempo Educazione fisica) e una alla settimana quella di religione.
Licei scientifici. Quello della Gelmini è un liceo decisamente più "scientifico", ma non troppo: meno ore di Latino e Storia, più ore di matematica, Fisica e Scienze. Ma anche meno ore di Lingua straniera. Al primo anno si studieranno 4 ore settimanali di Italiano e 3 di Storia/Geografia (materia unica). Le ore di latino diventeranno "appena" 3, come quelle di Inglese. Saranno invece sette le ore di Matematica (5 settimanali) e Fisica (2 a settimana). Due ore a settimana per Scienze, Storia dell'Arte e scinze motorie e una di religione. E nell'opzione "scienze applicate" salta completamente il Latino, entra l'Informatica e diventerà Scienze la materia più studiata. Svanisce anche il sogno dei corsi bilingue, molto richiesti dai genitori. Saranno poi le scuole, col 20 per cento di flessibilità oraria, ad adeguare i curricula alle esigenze del territorio.
Licei artistici. Saranno i licei dove si studierà di più: 34 ore settimanali al biennio e 35 al triennio. E sei gli indirizzi su cui esercitare la scelta: arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia. Il biennio sarà comune a tutti gli indirizzi, mentre al terzo anno le strade si dividono: 23 ore settimanali restano comuni a tutti gli indirizzi e 12 di laboratorio.
Licei delle scienze umane. Ereditano gli alunni degli ex istituti magistrali e dei licei socio-psicopedagogici. Rispetto alla prima lettura, per raggranellare qualche ora di Diritto è stata sacrificata una lingua straniera. Me viene potenziato lo studio delle Scienze umane. Al primo anno le 27 ore settimanali saranno così suddivise: 4 di Italiano, 3 di latino e 3 di Storia/Geografia. E ancora: 4 ore settimanali di Scienze umane (Antropologia, Pedagogia, Psicologia e Sociologia), 3 di Lingua straniera e 2 di Diritto ed economia. L'area scientifica comprende 3 ore di Matematica (con Informatica) e 2 di Scienze naturali (Biologia, Chimica, Scienze della Terra). E si conclude con Scienze motorie (2 ore) e Religione. Nell'opzione "economico-sociale" sparisce il Latino subentra un'altra Lingua straniera e si incrementano le ore di Diritto ed economia, ma calano quelle di Scienze umane.
Liceo linguistico. E' una mezza novità per l'ordinamento scolastico italiano. Finora, infatti, il liceo linguistico è stato attivato come sperimentazione nei socio-psicopedagogici. Da adesso avrà una sua autonomia e dignità. Anche questo liceo, rispetto alla prima lettura del Regolamento, subisce delle variazioni. Si riducono le ore di Latino e si incrementano quelle di Lingua straniera. Al primo anno, si studieranno 4 ore di Italiano, 2 di Latino e 10 ore di ben 3 Lingue straniere. Saranno 3 le ore di Storia/Geografia e altrettante di Matematica. Due ore settimanali di Scienze, due di attività motoria e una di religione. In totale, 27 ore.
Liceo musicale/coreutico. E' la vera novità della riforma, ma anche la cenerentola: saranno soltanto 40 le sezioni di liceo musicale il prossimo anno in Italia. E appena 10 quelle di liceo coreutico. In tutti e 5 gli anni si studierà per 32 ore a settimana. Ma i due indirizzi, al primo anno, avranno in comune soltanto 18 ore: 4 di Italiano, 3 di Lingua straniera, 3 di Matematica, 2 di Scienze, 2 di Storia dell'arte e una di religione. La restante parte dell'orario sarà destinato a materie di indirizzo.
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2010-02-04
Approvata dal Consiglio dei ministri, riordina gli istituti superiori
Gli indirizzi saranno 6 nei licei, due nei tecnici, due nei professionali
Scuola, sì alla riforma. Gelmini: "Epocale"
Sindacati e opposizione: solo un taglio
E i Cobas proclamano per il 12 marzo lo sciopero generale della scuola per l'intera giornata per protesta contro la riforma
Scuola, sì alla riforma. Gelmini: "Epocale" Sindacati e opposizione : solo un taglio
Maria Stella Gelmini
ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi.
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"Ci hanno accusato di aver cambiato per fare cassa. Niente di più falso: era un atto atteso da 50 anni". Così la riforma è stata introdotta dalla Gelmini in una conferenza stampa insieme a Silvio Berlusconi. Il premier ha parlato di una legge "che ci mette in linea con l'Europa", non resistendo a due battute: sulla musica ("La mia e di Apicella sarà materia di studio") e sul ministro ("Ha fatto la riforma invece del viaggio di nozze").
Dure le reazioni dell'opposizione. Per Pierluigi Bersani "il riordino della scuola superiore da parte del governo non è una riforma, ma un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che - invece di avvicinarci come riferito dal premier - ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese". Il riordino di cui parla il governo sarebbe in realtà un mero "taglio di risorse, di competenze e di tempo", dovuto alla necessità di Tremonti di far quadrare il bilancio. Per il Pd, a causa di questa riforma, "la scelta compiuta a 13 anni diventa nei fatti irreversibile per la grande differenza di programmi proposti dai diversi percorsi formativi sin dal primo biennio, favorendo la dispersione scolastica, penalizzando i saperi tecnico-scientifici e tagliando le ore di laboratorio negli istituti professionali".
E c'è anche chi si domanda se Berlusconi l'abbia mai letta questa riforma della scuola, perché - dice Antonio Borghesi, vicecapogruppo dell'Italia del Valori alla Camera, "l'impressione è che non l'abbia fatto". Per l'Idv, questa riforma "è stata scritta da Confindustria ed è priva di risorse adeguate".
Il tono delle critiche dell'opposizione si trova anche nella durissima reazione di Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "Ciò che il governo ha approvato - ha detto - non è una riforma ma solo una rigorosa applicazione dei tagli decisi dal ministro Tremonti". Da questa riforma - spiega il segretario - "la professionalità del personale uscirà svilita e tantissimi precari, insegnanti e Ata, saranno presto licenziati". Di più, secondo Pantaleo, "la decisione di ridurre l'orario nella classi successive alla prima e nei soli istituti tecnici e professionali, accentua la separatezza tra i diversi segmenti, producendo nei fatti una divisione sociale grave e inaccettabile tra i giovani sulla base del censo e delle condizioni sociali e culturali di partenza". I sindacati fanno sapere che non molleranno la presa e che anzi, alzeranno il tiro: "Il 17 febbraio ci sarà una grande Assemblea Nazionale della scuola secondaria superiore, aperta agli studenti, alle associazioni e alle forze politiche per decidere tutte le opportune iniziative di mobilitazione. Il 12 marzo poi sarà giornata di sciopero nazionale".
Sulla stessa linea anche la Gilda, l'associazione professionale dei docenti italiani, che allude ad una riforma che "penalizza fortemente le seconde, terze e quarte classi su cui ricadranno i tagli previsti dal governo". In seguito all'incontro avvenuto ieri, alla vigilia del Consiglio dei ministri, tra i sindacati e i tecnici del ministero dell'Istruzione, "il governo - ha spiegato il Coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio - ha accolto in parte i pareri espressi dalle commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato". Conclude Di Meglio: "E' evidente che studenti e docenti delle classi vittime dei tagli non avranno più alcuna certezza rispetto ai percorsi didattici che hanno intrapreso".
Insomma, per dirla con le parole usate dalla Rete degli studenti, questa riforma è una "carnevalata" che può valere come scherzo solo se in ballo non c'è il futuro dei giovani e del Paese. Il premier annuncia l'Europa, "per noi invece - conclude la Rete - i livelli europei diventano sempre di più un miraggio". Il 20 febbraio, "smaschereremo il governo". Prevista una giornata di mobilitazione nazionale.
Sciopero in vista. Dopo il via libera del Consiglio dei Ministri alla riforma delle superiori i Cobas confermano lo sciopero per il prossimo 12 marzo. "Una riforma sciaguarata" la definisce il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi "che non ha alle spalle alcun progetto didattico, come non ne avevano alle elementari la "maestra unica" o la devitalizzazione del Tempo Pieno.
Si cancellano o si immiseriscono materie importanti di studio, si tagliano ore di insegnamento cruciali (in media 4 ore settimanali in meno), si sopprimono laboratori e esperienze pratiche professionalizzanti, si cacciano decine di migliaia di precari, eliminandone il posto di lavoro, soltanto in nome del Dio Risparmio, a spese di una istruzione sempre più impoverita, giudicata un investimento improduttivo da questo e dagli ultimi governi".
"Ma - avverte Bernocchi - la partita non si chiude qui. I Regolamenti dovranno superare ancora non solo
le obiezioni del Consiglio di Stato ma ottenere l'approvazione della Corte dei Conti e del capo dello Stato,
fino alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Solo allora le scuole potranno presentare
l'offerta formativà alle famiglie che, essendo a poche settimane dalla scadenza per le iscrizioni (26 marzo),
dovrebbero iscrivere i figli pressochè "al buio".
Soprattutto, in queste poche settimane docenti, genitori e studenti vedranno il progetto distruttivo in tutta la sua brutale concretezza, città per città, paese per paese, con le scuole che spariscono, gli accorpamenti folli, gli indirizzi di studio soppressi". "Ci sono dunque - prosegue Bernocchi - le condizioni perchè si sviluppi, qui ed ora, una forte opposizione alla "riforma" da parte di docenti ed Ata, precari e "stabili", studenti, genitori. Dobbiamo intensificare subito la lotta, agevolando la mobilitazione di tutto il popolo della scuola pubblica. Tale lotta culminerà nello sciopero del 12 marzo e in una grande manifestazione nazionale a Roma che partirà da Piazza della Repubblica alle 10 per concludersi al Ministero di Viale Trastevere.
In testa al corteo - conclude Bernocchi - ci saranno i precari/e, che in questi mesi si sono battuti
coraggiosamente in difesa della scuola pubblica, della qualità dell'insegnamento e del loro posto di lavoro".
(04 febbraio 2010)
Meno ore e meno professori
Ecco la nuova scuola superiore
di SALVO INTRAVAIA
Meno ore e meno professori Ecco la nuova scuola superiore
Ecco la scuola superiore targata Gelmini. Dal prossimo mese di settembre la scuola secondaria di secondo grado, ferma sostanzialmente al 1923, verrà riformata. E saranno tantissime le novità che interesseranno per il momento i 500 mila ragazzini delle scuole medie italiane in procinto di scegliere come proseguire gli studi, ma anche il milione di studenti che frequentano le classi intermedie (seconde, terze e quarte classi) degli istituti tecnici e professionali. Vediamo perché. Dopo un tira e molla durato diversi mesi, i sindacati, le commissioni Cultura di Camera e Senato sono riusciti a strappare un avvio soft della riforma: si partirà dalle sole prime classi. Ma per tagliare oltre 17 mila cattedre in appena due anni (il 2010/2011 e il 2011/2012) i tecnici del ministero dell'Istruzione, sotto l'occhio vigile dei colleghi dell'Economia, hanno dovuto rivoluzionare i quadri-orario dei tecnici e professionali. E così, dal prossimo mese di settembre, quasi un milione di studenti che frequentano le seconde, terze e quarte classi di tecnici e professionali si vedranno scontare le ore settimanali di studio. Secondo un modello che non è stato ancora presentato.
L'architettura. Dal prossimo anno scolastico la scelta sarà ridotta ad un numero relativamente concentrato di opzioni. E gli oltre 500 indirizzi (tra ordinamenti, sperimentazioni e progetti assistiti) tra i quali occorreva orientarsi fino all'anno in corso, saranno un ricordo. I licei avranno soltanto 6 indirizzi (artistico, scientifico, classico, delle scienze umane, linguistico e musicale/coreutico). Ma considerando i 6 indirizzi del nuovo liceo artistico (arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia), l'opzione aggiuntiva per lo scientifico (delle scientifico delle "scienze applicate"), quella "economico-sociale" per il liceo delle scienze umane e i due indirizzi del musicale e coreutico si arriva a 14 indirizzi. Gli istituti tecnici saranno in tutto 11 (Amministrativo, finanza e marketing; Turismo; Meccanica, meccatronica ed energia; Trasporti e logistica; Elettronica ed elettrotecnica; Informatica e telecomunicazioni; Grafica e comunicazione; Chimica, materiali e biotecnologie; Sistema moda; Agraria e agroindustria; Costruzioni, ambiente e territorio) , suddivisi in due settori (economico e tecnologico). Mentre i professionali diventano 6, suddivisi in due settori (dei servizi e industria e artigianato): Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; Servizi socio-sanitari; Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera; Servizi commerciali; Produzioni artigianali e industriali; Servizi per la manutenzione e l'assistenza tecnica.
Le ore di lezione. Tutti i licei, ad eccezione di quello artistico e del classico, avranno 27 ore di lezioni settimanali al biennio e 30 ore a settimana al triennio. Al classico si studierà di più: 31 ore settimanali negli ultimi tre anni. Mentre al liceo artistico, per via delle materie di indirizzo che richiedono parecchie ore di esercitazione, si arriverà a 34 ore al biennio e 35 al triennio. Saranno invece 32 ore settimanali, per tutti e 5 gli anni, al liceo musicale e coreutico, che però inizierà in sordina: 40 sezioni di liceo musicale e 10 di liceo coreutico in tutta Italia. Nei tecnici e negli istituti professionali l'orario settimanale è stato invece calibrato su 32 ore, con un numero congruo di attività laboratoriale.
Autonomia. I curricula predisposti dal ministero possono essere modificati, entro certi limiti, dai singoli collegi dei docenti. Al biennio, i nuovi licei potranno ritagliare il 20 per cento del monte ore annuo per attivare insegnamenti opzionali. Quota che sale al 30 per cento al triennio. In questo modo, ogni liceo potrà "personalizzare" l'offerta formativa per renderla più vicina alle esigenze dell'utenza e del territorio. La quota di flessibilità nei tecnici e nei professionali è ancora più elevate e può superare la metà delle ore annue.
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CORRIERE della SERA
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http://www.corriere.it2010-02-04
stretta sugli indirizzi di studio e revisione dei quadri orari
Via libera alla riforma delle superiori
Ultimo passaggio per il testo della Gelmini che riordina l'istruzione. Berlusconi: così scuole in linea con l'Europa
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La Gelmini (Afp)
La Gelmini (Afp)
ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. L'esame del Cdm era l'ultimo passaggio in programma - dopo i pareri favorevoli del Consiglio di Stato, della Conferenza Stato-Regioni e delle competenti commissioni parlamentari - per il testo messo a punto dal ministro Gelmini. Ora manca solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il riordino, che riguarda licei, istituti tecnici e professionali, sarà attuato dal prossimo anno scolastico a partire dalle prime classi.
TRE REGOLAMENTI - Un progetto in tre regolamenti accompagnato da non poche polemiche, anche per la volontà del governo di rendere operative le novità molto in fretta. I tempi adesso sono strettissimi: il 26 marzo scadono le iscrizioni alla prima superiore. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha assicurato che alle famiglie e nelle scuole medie, subito dopo il varo della riforma, saranno inviati opuscoli informativi dettagliati e sarà avviata una campagna sui mezzi di informazione e sul sito del ministero. "La riorganizzazione dell'intero sistema - ha spiegato - renderà più semplice, lineare e trasparente l'informazione alle famiglie che oggi erano costrette a districarsi tra gli oltre 396 indirizzi sperimentali".
"SCUOLE IN LINEA CON EUROPA" - Secondo il premier Berlusconi la riforma (definita "epocale" dal ministro Gelmini) metterà le scuole italiane in linea con quelle dei Paesi europei. "È molto importante l'attenzione data alla formazione dei nostri giovani - ha detto al termine del Cdm -, ancora oggi hanno dalla scuola di Stato qualcosa non in linea con i Paesi europei più avanzati. Attualmente la scuola superiore e tecnica non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". Berlusconi ha aggiunto che "diverse migliaia gli insegnati che sono stati consultati e hanno partecipato a questa riforma, mettendo a disposizione la loro esperienza". Infine il premier ha scherzato sulla sua passione per il canto: "Al liceo musicale sarà materia di studio obbligatoria tutta la produzione di canzoni del primo ministro e di Apicella così prevengo le accuse...". Il premier non è riuscito a finire la battuta perché è scoppiato a ridere insieme alla Gelmini. Quest'ultima è stata ringraziata dal premier perché "è qui e ha lavorato alla riforma della scuola invece di andare in viaggio di nozze".
STRETTA SU INDIRIZZI - La riforma prevede una decisa stretta sugli indirizzi di studio, la revisione dei quadri orari, un potenziamento dello studio della matematica e delle lingue. I licei saranno ridotti a sei (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti): classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane; nei tecnici ci saranno due ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi (ora sono 10 con 39 indirizzi), con meno ore da passare tra i banchi e più nei laboratori; nei professionali (2 settori e 6 indirizzi dagli attuali 5 settori con 27 indirizzi) saranno rafforzate le materie di indirizzo ed è prevista una maggiore flessibilità dell'offerta formativa.
Redazione online
04 febbraio 2010
AVVENIRE
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http://www.avvenire.it2010-02-06
6 Febbraio 2010
RIFORMA
Scuola, Gelmini: prossimi obiettivi
reclutamento e valutazione
E ora "riforma del reclutamento dei docenti" e "introduzione della valutazione", preludio, quest’ultimo "all’introduzione di una vera carriera basata sul merito". All’indomani del varo definitivo della riforma della secondaria, il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini indica i prossimi obiettivi della sua azione. Ma per ora, spiega ancora il ministro, c’è la necessità di illustrare la riforma appena varata, su cui il dibattito tra favorevoli e contrari non sembra placarsi.
Una "contrapposizione" che non piace alla Gelmini, che critica anche la bocciatura in commissione parlamentare dei regolamenti da parte delle opposizioni. "La riforma non è solo frutto del lavoro di questo governo – spiega il ministro –. E quello che mi ha stupito è il voto contrario dell’opposizione soprattutto per il regolamento degli istituti tecnici, dove abbiamo recepito molto del lavoro svolto anche con il ministro Giuseppe Fioroni".
Entrando poi nell’illustrazione dei diversi interventi, il ministro parlando dai microfoni di Radio24, ha affermato che "per i licei sono state individuate tre materie chiave: italiano, matematica e lingua straniera. Ora in tutti e sei i licei l’insegnamento della lingua straniera avverrà per tutti e cinque gli anni", con la possibilità nell’ultimo anno di attivare un insegnamento di una materia non linguistica in lingua straniera. Per quanto riguarda i canali degli istituti tecnici e dei professionali, il ministro ha sottolineato che la riforma "è una delle risposte più importanti alla crisi economica. La cosa che più conta è che si vuole creare una collaborazione forte con il mondo del lavoro".
Anche per questo l’elaborazione dei regolamenti di questi due canali è avvenuta in raccordo "con il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, con il quale sono state individuate sei azioni per rilanciare l’occupazione dei giovani e la prima di questa è proprio quello di facilitare la transizione dalla scuola al lavoro". Un altro aspetto è anche la possibilità di svolgere l’apprendistato a 15 anni, cioè durante l’ultimo anno dell’obbligo d’istruzione fino ai 16 anni. "Il contratto di apprendistato – commenta il ministro Gelmini – significa aiutare questi ragazzi che non hanno intrapreso altri canali formativi e renderli più liberi". Un obiettivo che lo stesso responsabile della Pubblica Istruzione andrà a spiegare al mondo imprenditoriale, come avverrà lunedì a Monza, in cui affronterà proprio i nodi e le novità di questa collaborazione introdotta con la riforma.
E la necessità di un confronto con il mondo della scuola è sottolineato con forza dalla Disal-presidi, associazione professionale dei dirigenti scolastici. "Toccherà come sempre a chi nella scuola è appassionato alla propria vocazione professionale e ai giovani – commenta il presidente nazionale Roberto Pellegatta – rimboccarsi le maniche per fare dei pur limitati spazi di flessibilità e autonomia uno spiraglio di migliore risposta ai bisogni formativi dei giovani". Il tutto, sottolinea ancora il presidente di Disal, ovviamente "senza l’insana contrapposizione politico-sindacale", ma con "un’informazione tempestiva, formazione dei docenti, chiarezza su tempi e strumenti". E anche il fronte sindacale è tornato a chiedere un confronto con il ministro per affrontare i temi più caldi della riforma.
Ma ieri nell’intervento radiofonico, il ministro ha toccato anche altri temi. E così non manca una battuta sul tetto del 30% di alunni non italiani iscritti in ogni singola scuola. "Occorre – ha spiegato – uno sforzo organizzativo, ma non è un problema irrisolvibile. Si tratta di distribuirli anche tra plessi scolastici che si trovano nello stesso quartiere, a poca distanza l’uno dall’altro. Ricordo poi che restano esclusi dal tetto i ragazzi che sono nati in Italia e che conoscono la lingua italiana".
Enrico Lenzi
2010-02-04
4 Febbraio 2010
ISTRUZIONE
Scuola, alle superiori si cambia
Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi. "Ci hanno accusato di aver cambiato per fare cassa.Niente di più falso: era un atto atteso da 50 anni". Così la riforma è stata introdotta dalla Gelmini in una conferenza stampa insieme a Silvio Berlusconi. Il premier ha parlato di un alegge "che ci mette in linea con l'Europa", non resistendo a due battute: sulla musica ("La mia e di Apicella sarà materia di studio") e sul ministro ("Ha fatto la riforma invece del viaggio di nozze").
La Gelmini: "Non vogliamo fare cassa". La riforma delle scuole superiori, che ha avuto il via libera definitivo dal Consiglio dei ministri non è "assolutamente una riforma per fare cassa". Lo ha ribadito il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, illustrando il provvedimento al termine della riunione. "Siamo stati accusati di fare cassa -ha affermato Gelmini- è assolutamente falso. La riforma -ha evidenziato- è frutto di un lavoro approfondito. Sono 50 anni che siamo in attesa di una riforma organica. Era, quindi, urgente farla per riqualificare gli studi e oggi, grazie al contributo di tutti, abbiamo potuto raggiungere questo obiettivo". Il ministro ha quindi annunciato che il dicastero di viale Trastevere ha predisposto "un piano di orientamento, incollaborazione con dirigenti e insegnanti, che prenderà il via da domani perchè -ha sottolineato- le riforme non vanno solo approvate ma fatte conoscere agli utenti per consentire scelte consapevoli di famiglie e alunni".
4 Febbraio 2010
LA SCHEDA
Riforma delle superiori: ecco cosa cambia
Una riforma "epocale" che "elimina la frammentazione che ha caratterizzato gli ultimi decenni della scuola italiana. Per i licei si supera la legge Gentile del 1923, per i tecnici la riforma era attesa da 80 anni". Così viene definita dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, la riforma approvata stamattina in via definitiva dal Consiglio dei ministri che rivede l'organizzazione di licei, istituti tecnici e professionali.
I licei. Finora c'erano 396 indirizzi sperimentali e 51 progetti assistiti dal Miur. Adesso ci saranno solo 6 licei: il classico, lo scientifico, illinguistico; l'artistico con 6 nuovi indirizzi (arti figurative, architettura e ambiente, audiovisivo e multimedia, design, grafia e scenografia); il liceo musicale e coreutico e quello delle scienze umane. Per la Gelmini, "l'obiettivo è di coniugare tradizione e innovazione".
Gli istituti tecnici. Attualmente in Italia sono 1.800, suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Le classi dei tecnici sono 39.283, frequentate da 863.169 alunni. Da ora in poi ci saranno 2 settori e 11 indirizzi: il settore economico con 2 indirizzi (amministrativo, finanza e marketing; e turismo); il settore tecnologico con 9 indirizzi (meccanica ed energia; trasporti e logistica; elettronica edelettrotecnica; informatica e telecomunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria e agroindustria; costruzioni, ambiente e territorio).
Gli istituti professionali. In Italia, in questo anno scolastico, studiano in 1.425 istituti professionali 547.826 alunni suddivisi in 25.445 classi. Attualmente sono 5 i settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi. Da ora in poi, invece, ci saranno 2 settori e 6 indirizzi: il settore dei servizi con 4 indirizzi (servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; servizi socio-sanitari;servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità e servizi commerciali); settore industria e artigianato con 2 indirizzi (produzioni artigianali e industriali; servizi per lamanutenzione e l'assistenza tecnica). Nel caso degli istituti tecnici e professionali, il ministro Gelmini ha sottolineato che sono state incrementate le ore di studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere; che è previsto l'insegnamento di scienze integrate; che sarà rafforzato il rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro."Il governo punta molto sugli istituti tecnici e professionali - ha sottolineato il ministro - che finalmente non vengono più considerati scuola di serie B, ma anzi unarisposta alla crisi economica e formerà le professionalità richieste dal mondo del lavoro. Il rilancio della cultura tecnica e professionale è la migliore risposta della scuola alla crisi". Secondo il ministro, "iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro".
I quadri orari. Inoltre, nella riforma targata Gelmini, vengono ripensati i quadri orari. Ma il ministro spiega che "così come sostenuto dall'Ocse che afferma testualmente che 'è statisticamente provato che una durata d'istruzione più lunga (tempo ore) non ha in generale un impatto benefico sui risultati di apprendimentò è pertanto auspicabile una riduzione della durata dei singoli insegnamenti facendo tuttavia salve attività critiche quali matematica e materie scientifiche". Vengono incrementati, prosegue il minsitro, gli orari della matematica, della fisica e delle scienze per irrobustire la componente scientifica nella preparazione degli studenti. È potenziato lo studio delle lingue, con la presenza obbligatoria dell'insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni dei licei ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia. Una materia del quinto anno sarà insegnata in inglese.